Caso Fuortes, Pd e minoranza pronte alla barricate

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L’imminente addio a Fuortes alla Rai fa insorgere anche l’opposizione. Il Partito democratico promette fuoco e fiamme in difesa dell’attuale amministratore delegato a viale Mazzini. Per i dem, Fuortes deve restare al suo posto fino (almeno) alla scadenza naturale del mandato. Dopo, chissà. Intanto il governo non si permetta di mettere mano agli organigrammi. Sia in Rai che nei grandi teatri italiani. Stefano Graziano e Sandro Ruotolo, rispettivamente capogruppo Pd in commissione parlamentare di Vigilanza Rai e responsabile Informazione della segreteria nazionale del Pd, accusa: “Con la norma ad personam approvata dal consiglio dei ministri per estromettere dal teatro San Carlo di Napoli il sovrintendente Stéphane Lissner per ’offrire il postò all’attuale amministratore delegato della RAI Carlo Fuortes, il governo Meloni ha toccato il fondo. Il Partito Democratico si batterà in Parlamento e nel Paese per difendere l’articolo 21 della Costituzione. È essenziale, e ne va della sua sopravvivenza, che il servizio pubblico garantisca i punti di vista diversi, culturali e politici”. Per i democratici la scelta pare obbligata: “Ci opporremo come Partito Democratico, con tutte le nostre forze, all’occupazione della Rai e al giro di nomine che si preannunciano con organigrammi già confezionati dalla maggioranza parlamentare. La Rai è un’azienda pubblica patrimonio di tutti gli Italiani ha un Cda in carica e pienamente operativo. Quello della destra è il tentativo di un colpo di mano sulla libertà e l’autonomia della più grande azienda culturale del Paese”.

Parole al vetriolo arrivano anche dal segretario dei Verdi Angelo Bonelli. Secondo cui: “Continua il poltronificio di questo Governo: con un vero e proprio blitz si sono presi Inps e Inail, con una leggina hanno accontentato Fuortes che si dimetterà da Ad affinché il governo possa controllare la Rai, dove tra l’altro stiamo continuando ad assistere ad uno strapotere del Governo, con tentativi di eliminare trasmissioni che vengono considerate scomode solo perché fanno dell’ottimo giornalismo”. E quindi: “Senza parlare dei dati dell’Osservatorio di Pavia che sono chiarissimi: il 73,2% degli spazi destinati a Governo e istituzionali che, sommati al 12,1% dei partiti della maggioranza, fanno 85,3% di occupazione spazi dei Tg. Tutto questo deve far riflettere l’opposizione per un’iniziativa comune in cui chiedere il rispetto del pluralismo”.

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