Serie oscena per i cattolici. Libero monta la polemica. Carlo Freccero insulta la Lei e il Vaticano. Si attendono provvedimenti disciplinari.
Stiamo parlando di una serie tv spagnola, intitolata proprio “Chimica o Fisica”, che racconta la vita dissoluta di giovani studenti e professori in un liceo spagnolo. La fiction è nata nel 2008, ma in Italia ha debuttato nel 2010 su Rai4, grazie a Carlo Freccero, direttore di rete.
La polemica è partita dall’Aiart, l’associazione italiana ascoltatori radiotv (di fondazione e ideologia cattolica), che espose perplessità sul contenuto e sull’orario di trasmissione della serie. «Le vite dei personaggi del telefilm, alunni e insegnanti, si intrecciano in vicende ambigue a base di sesso, droga e trasgressione. La serie propone scene dirette che inducono i giovani al “sesso spinto”, all’omosessualità. Questi ultimi sono argomenti affrontati, nella serie senza alcun filtro. Ancor più grave è che gli episodi siano mandati in onda dalla Rai dalle 13.40 alle 15.00, in una fascia oraria che punta a catturare l’attenzione davanti ai teleschermi proprio degli adolescenti», ha affermato il presidente dell’Aiart, Luca Borgomeo, sull’Avvenire del 12 gennaio 2012.
Freccero rispose, da quanto riporta il quotidiano cattolico, che si trattava «di un complotto dei cattolici» per non farlo diventare direttore di Rai1. La prima parte della polemica finisce qui.
Il 14 marzo 2012, circa due mesi dopo, ci si mette Libero. Il quotidiano di Belpietro è sempre attento ai piccoli e grandi peccati della Rai e dei suoi dipendenti. Ecco che spunta un articolo di Francesco Borgonovo intitolato «porno Rai in fascia protetta: droga, sesso, ammucchiate».
L’animo di Freccero si scalda e le cose “precipitano” a causa di una telefonata (registrata di nascosto, ma resa pubblica da parecchi giornali), in cui il direttore di Rai4 litiga con Borgonovo accusando quest’ultimo di essere un «fascista censore», reo di aver scritto un «articolo di merda».
Non finisce qui. Durante la telefonata volano parole dure verso il settimo piano di Viale Mazzini, «al servizio dei cardinali pedofili del Vaticano». In particolare Freccero punta il dito verso il dg Rai, Lorenza Lei che «non verrà rieletta perché dal Vaticano non la possono più aiutare».
Il dg e l’Avvenire si indignano. Libero mette il dito nella piaga. «Possibile che un direttore di rete abbia più potere dal dg o le ragioni sono altre?», si domandava ieri il giornale di Belpietro.
Un incontro tra la Lei e Freccero dovrebbe già essere avvenuto venerdì 16 marzo. Per ora decisioni forti non sono state prese. Comunque voci ufficiose raccontano una Lei furibonda, arrabbiata con Freccero che «deve assumersi le sue responsabilità». È intervenuto anche Gasparri, intervistato da Libero. «Gli errori vanno sanzionati. Fortuna che quanto accaduto sarà oggetto di valutazione da parte della direzione generale dell’azienda», ha affermato il pidiellino.
Il dg Lei, l’unico a poter aprire dei provvedimenti disciplinari, si è affidato all’ufficio legale e a quello del personale. Se ne parlerà nel prossimo cda. Tuttavia un consigliere, Antonio Verro, in quota Pdl, si è già espresso: «Chiediamo al dg precise garanzie sulla tempistica dei provvedimenti da adottare nei confronti di Freccero. Quanto è accaduto è di una gravità unica».
Il direttore di Rai4 ha sempre difeso la sua serie definendola «assolutamente pedagogica» e affermando che gli argomenti, seppur “scottanti” «sono affrontati con realismo, ma sempre in chiave didattica». E non se parla di rimuovere la fiction. «La sto riproponendo ora, visto che ho avuto tantissime richieste ed ho già comprato le nuove serie. Io mi chiedo come in un paese europeo, laico come è l’Italia, si possa chiedere in modo così perentorio ed integralista la sospensione di questa serie. Ho fatto mettere il bollino rosso e l’ho messo in onda in un orario per cui si possono mandare in onda i programmi per adulti», ha affermato Freccero che non può avere tutti i torti visto che nel 2009 la discussa serie ha ricevuto il Premio Ondas per la miglior serie spagnola e anche in Italia ha il suo bel seguito.
Ora sta alla Rai, anzi, al Codice di autoregolamentazione Tv e minori decidere cosa fare.
Egidio Negri
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