Categories: Giurisprudenza

CASO EUROPA 7: SIMBOLO DELLE AUTORITẢ INEFFICIENTI?

Violato il pluralismo. Valentini: «colpa della Authority senza autorità». Di Pietro: «conferma dei danni del governo Berlusconi». Di Stefano: «sentenza importante, ma 10 milioni non bastano».
Dopo dieci anni di ricorsi, la Corte Europea dei diritti dell’uomo ha dato ragione a Europa 7. Lo Stato italiano dovrà risarcire l’emittente di Francesco di Stefano per 10 milioni di euro, più 100 mila per le spese legali.
È stato violato l’articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. La Corte ha deciso che lo Stato italiano, perseverando in un regime semimonopolistico non ha garantito il pluralismo del settore dei media tv, condizionando la libertà di espressione e di informazione dei cittadini.
Cerchiamo di capire le origini della questione. Nel 1999 Europa 7 acquistò la licenza per trasmettere sull’80% del territorio nazionale con 3 frequenze. L’emittente sarebbe dovuta essere attiva nel 2001. Invece lo è stata dal 2009, con ben 7 anno di ritardo. Ciò è avvenuto perché «le autorità hanno interferito con i suoi legittimi diritti introducendo leggi che hanno via via esteso il periodo in cui le tv che già trasmettevano potevano mantenere la titolarità di più frequenze», ha spiegato la Corte. In altre parole l’Agcom e l’Antitrust hanno avallato per anni un illegittimo possesso delle frequenze. Di Stefano aveva chiesto 2 miliardi di euro di risarcimento. I 10 milioni ricevuti sono ben poca cosa rispetto ai 90 spesi e alla pubblicità persa. Per Di Stefano «è mancato il coraggio di dare una sanzione importante al nostro Paese». «Ề la conferma dei danni prodotti da Berlusconi e dal suo governo», ha tuonato Di Pietro. Rappresenta «il dramma italiano dei media», ha dichiarato il senatore Pd, Vincenzo Vita.
Sulla sentenza si è espresso anche Giovanni Valentini, giornalista de La Repubblica, arrivato al terzo posto delle “primarie” del Pd per i candidati Agcom (prima di lui Décina e Sassano). Per Valentini i 10 milioni non basteranno a risarcire i cittadini italiani per il pluralismo negato dell’informazione tv “inquinato” dalle «scorribande propagandistiche del duopolio Rai-Mediaset, con l’acquiescenza o la complicità delle varie Authority senza autorità».
La condanna allo Stato italiano è avvenuta proprio ieri, un giorno dopo la formazione delle nuove Autorità. E proprio la scelta dei nuovi candidati ha generato polemiche per le possibili interferenze della politica. Non ci può essere democrazia senza pluralismo, ha affermato ieri la Corte europea. Non ci può essere pluralismo senza Autorità indipendenti e competenti, potremmo aggiungere.

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