Caso Barbano, sciopero della firma dei giornalisti de Il Messaggero

0
330

Ai giornalisti de Il Messaggero non è andato giù il licenziamento del direttore Alessandro Barbano a poco meno di un mese dal suo insediamento e perciò hanno proclamato uno sciopero della firma (per ora) che durerà fino a lunedì prossimo. La decisione è stata assunta dall’assemblea dei redattori del Messaggero che, in una nota, “esprime sconcerto per le modalità con le quali è stato licenziato il direttore Alessandro Barbano, dopo appena un mese alla guida del giornale e senza che ne siano state esposte formalmente le motivazioni”. L’assemblea, inoltre “esprime forte preoccupazione per la perdurante mancanza di un piano editoriale, che dia contezza della programmazione del lavoro dei giornalisti”. Le due cose, evidentemente, vanno a braccetto per i giornalisti dello storico quotidiano romano.

Che incalzano la proprietà: “Una situazione, questa, aggravata proprio dalla mancanza di continuità nella guida del Messaggero e di chiarezza sui motivi delle ripetute modifiche ai vertici della redazione. L’assemblea rimarca il clima di lavoro sereno e rispettoso che si era venuto a creare durante la breve direzione di Barbano, dopo anni difficili che avevano reso i rapporti interni sempre più tesi”. Pertanto, secondo i giornalisti de Il Messaggero, è giunto il momento di fare chiarezza, una volta e per tutte: “L’assemblea chiede alla direzione chiarimenti sul futuro del giornale e l’attuazione di un piano editoriale dettagliato e condiviso con i giornalisti. Chiede altresì che venga conservato il clima di fattiva collaborazione e serenità all’interno della redazione, dà mandato al Comitato di redazione di vigilare affinché non ci siano cambi di rotta su questi punti fondamentali e affida al Cdr un pacchetto di cinque giorni di sciopero”. Ma non è tutto: “Per rimarcare la nostra preoccupazione il giornale uscirà senza le firme dei giornalisti del Messaggero fino a lunedì 10 giugno”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome