Tutto pronto a Roma, si festeggia la Casagit: dal 1974 ad oggi punto di riferimento per l’aasistenza integrativa dei giornalisti italiani. “40 anni insieme”, la festa viene celebrata con una Tavola rotonda a Roma, presso il Teatro dei Dioscuri. “Troppa sanità fa male”, questo il titolo dell’appuntamento, cui partecipano medici, ricercatori, amministratori pubblici, rappresentanti di Fondi e Casse sanitarie di categoria, oltre ai vertici di enti e istituti del mondo dei giornalisti italiani.
Un evento che vuole sì celebrare il percorso fatto in questi anni, ma che vuole anche fare il punto sulla situazione attuale, in cui la classe giornalistica vive uno dei momenti più difficili della sua storia. Un settore da più voci etichettato come privilegiato (quando non proprio una casta) e che oggi è sempre più a rischio, come molti altri, a causa della crisi occupazionale e dei diritti minorati e compressi dell’informazione.
A tutto ciò dobbiamo poi aggiungere la difficoltà del settore editoriale nel suo complesso che, mentre cerca nuovi sbocchi sul web e sui social network, mette un po’ troppo da parte la carta e la tv. Il rischio è che a farne le spese siano anche competenza e professionalità.
Casagit resiste
L’evento celebra e suggella un percorso di condivisione e sostegno reciproco, costellato sì di conquiste ma anche di momenti difficili come quello attuale. Casagit resiste e fronteggia l’emergenza, sfruttando una politica che guarda al futuro.
Solidarietà e indipendenza, queste le due parole chiave dell’azione della Cassa: una solidarietà concreta verso i giornalisti ed i loro familiari e l’indipendenza che viene garantita a chi ha il compito delicato di raccontare il Paese. Il lato della salute è quello, per molti versi più delicato: Casagit naque nel momento del delicato passaggio dal sistema delle Mutue al Servizio sanitario nazionale, quando i giornalisti erano più forti economicamente di oggi. Tutto il lavoro svolto da 40 anni a questa parte va attualizzato affinché possa restare efficace per i giornalisti di oggi e di domani, anche se le condizioni generali del mercato del lavoro sono decisamente cambiate.
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