CASA RAI, SCONTRO CON SKY: PAGHINO IL CANONE PER VEDERE I NOSTRI CANALI. SANREMO: POSSIBILE RINVIO PER ELEZIONI. TG2 DIGITALE

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Tanta carne al fuoco a Viale Mazzini. La Rai pretende il pagamento dagli abbonati Sky che ricevono i programmi de servizio pubblico nella loro offerta. E per questo l’ufficio legale ha fatto ricorso al Consiglio di Stato per cercare di ribaltare una sentenza del Tar del Lazio favorevole all’emittente satellitare. Possibile un rinvio del Festival di Sanremo. La conduzione di Fabio Fazio e Luciana Littizzetto è considerata di parte dal centrodestra. Intanto il Tg2, dal 2013, sarà completamente digitalizzato. Marcello Masi, direttore del notiziario del secondo canale: «Potremo attingere dalla rete». Ma attenzione alle “metamorfosi” del diritto d’autore.
Ma procediamo per ordine. E partiamo dallo scontro Rai-Sky sul canone.
Tutto inizia da una sentenza del Tar del Lazio del luglio scorso. I giudici amministrativi hanno dichiarato illegittimo l’oscuramento dei programmi Rai su Sky. Era stata la stessa emittente satellitare a ricorrere al Tar. Infatti una delibera dell’Agcom impediva alla tv di Murdoch di mandare in onda i programmi Rai. E il Tar ha dato ragione al magnate australiano: la Rai è obbligata dal Contratto di servizio a fornire al tutte le piattaforme, quindi anche a Sky, la propria programmazione. Negarla rappresenta una violazione del suddetto Contratto. Tuttavia c’è una condizione: l’emittente deve permettere l’accesso gratuito a quella programmazione. In altre parole Sky può usufruire dei programmi Rai. Ma deve mandarli in chiaro.
E il canone? Gli utenti di Sky, che sono circa 4,8 milioni, devono pagare il canone? Secondo l’ufficio legale del servizio pubblico assolutamente si. Perché, essendo il canone una imposta sul possesso della tv, devono pagarlo. Tuttavia non mancano evasori anche tra i clienti di Sky. Ricordiamo che l’evasione del canone costa alla tv di Stato circa 560 milioni all’anno. E la percentuale dei “furbi” è del 20%. Al sud si arriva anche al 40%.
Come è stato detto in precedenza, la diatriba è iniziata con la sentenza del Tar che ha contraddetto una delibera dell’Agcom che impediva a Sky di mandare in onda i canali Rai. Tuttavia i contrasti hanno radici “antiche”. Già nel 2009 il servizio pubblico rescisse il contratto con l’emittente satellitare. Mauro Masi, allora dg della tv di Stato, rifiutò un accordo che avrebbe fruttato alla Rai 350 milioni in 7 anni. E così Sky non ebbe i canali Rai e il servizio pubblico dovette fondare una società per veicolare i propri contenuti sul satellite. Ecco che nasce Tivùsat, società creata dalla Tivù Srl che rende disponibile il palinsesto completo di buona parte dei canali televisivi gratuiti dei propri azionisti. Questi coincidono con le tre emittenti generaliste della Penisola: Rai, Mediaset e La7. Fuori tutti i nuovi entranti, soprattutto, ovviamente la concorrente più agguerrita, ovvero Sky. Ma sulla nascita di Tivùsat sta indagando il Tar. Secondo il tribunale amministrativo tale società avrebbe distorto la concorrenza. Ciò per favorire, appunto, le maggiori società azioniste che sono Rai e Mediaset (che su un capitale sociale di 1 milione di euro detengono 482.500 euro cadauna) e Timedia (che possiede azioni per 35 mila euro).
Ad ogni modo, tornando alla recente diatriba, i legali della Rai hanno intenzione di condurre un’indagine, denominata non a caso “Skyfall”, in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, per scovare gli utenti di Sky che non pagano il canone. Inoltre, sempre gli avvocati di Viale Mazzini, hanno fatto ricorso al Consiglio di Stato per contestare la sentenza del Tar del Lazio. Per i legali della Rai la cessione gratuita può essere concesso solo agli utenti in regola col canone. La prima udienza è fissata per febbraio.
E proprio a febbraio che sorgerà un nuovo problema, a metà tra il serio e il faceto. Il Pdl vorrebbe rimandare il Festival di Sanremo: i conduttori sarebbero di sinistra e potrebbero influenzare l’opinione pubblica. E visto che nel secondo mese dell’anno ci sono le elezioni, “meglio evitare”. «Io sarei per un rinvio», ha dichiarato il consigliere Rai, in quota Pdl, Antonio Verro. «Fazio e la Littizzetto sono di parte. E la Rai ha una grande responsabilità a riguardo», ha tuonato Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera del partito di Via dell’Umiltà.
Dunque cosa decideranno i vertici? Per il momento il dg, Luigi Gubitosi, prende tempo: «Vediamo prima la data del voto e poi decidiamo». Bisogna dire che la gara canora è prevista dal 12 al 16 febbraio. Mentre per le elezioni una data certa non c’è ancora.
Ma non ci sono solo problemi in casa Rai. Nel 2013 il Tg2 sarà completamente digitalizzato. È sarà il primo notiziario generalista a avere questa metamorfosi. Il direttore Marcello Masi è entusiasta: «In questo modo potremmo connetterci con tutte le piattaforme in tempo reale. Anche un collega con un telefonico potrà interagire con la redazione. E poi potremo attingere dal web, da Facebook e da You Tube».
Ma un nuovo problema sorge all’orizzonte: Il diritto d’autore sulla rete.

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