Cartellino giallo in arrivo. Direttamente da Washington. La Federal Communication Commission ha fatto sapere che, d’ora in poi, la pubblicità su Facebook e Twitter, i due più importanti social network del pianeta, subirà necessarie e significative modifiche. Insomma non si scherza più. Il presidente della FCC, Julius Genachoski, ha dichiarato, infatti, che gli attuali dispositivi che regolano la pubblicità sul web e sui dispositivi mobili sono “troppo elastici” e comunque obsoleti rispetto ai tempi che corrono. Occorre, quindi, tracciare “nuove linee guida”. E questo significa che sia Facebook che Twitter dovranno adattare gli spazi che pubblicano sui propri portali, agli stessi standard cui sono sottoposti gli spot messi in onda dai media tradizionali. Il rinnovamento auspicato dalla FCC è frutto di diversi studi ed analisi. Innanzitutto si parte dalla considerazione che, in pochi anni con la rapidissima diffusione dei social network (in primis Facebook e Twitter) è cambiato radicalmente il modo e il mondo della comunicazione. Attraverso questi canali così innovativi si riesce a raggiungere un numero di persone a dir poco impressionante. Ora, a fronte di ciò, le società di marketing, sempre alla ricerca di nuove strategie capaci di influenzare e coinvolgere il pubblico, hanno veicolato, maggiormente, i propri messaggi pubblicitari (legittimamente attratte da un business molto interessante che consente profitti potenzialmente in crescita) utilizzando proprio lo strumento dei “social” più popolari. Da qui la richiesta della Federal Communication il cui focus è partito dall’analisi del caso di Twitter, dove molte società fanno pubblicità retribuendo alcune celebrità che sponsorizzano i loro prodotti, condizionando, in tal modo, l’enorme platea del social. Per tutte queste ragioni, l’organismo statunitense, sempre vigile e sensibile al rispetto delle regole, ha invitato sia Facebook che Twitter, oltre che a conformarsi alle nuove restrizioni, anche ad esigere che le loro aziende e i loro pubblicitari adottino criteri di trasparenza più attenti ai contenuti.
Se malauguratamente tutto questo non dovesse avvenire, le due piattaforme multimediali correrebbero il rischio di far passare spot poco chiari o, caso ancor più grave, veicoli di pubblicità ingannevole, con tutte le conseguenze negative che questo potrebbe determinare.