La Dichiarazione dei diritti in Internet approvata dalla Commissione ad hoc della Camera dei Deputati compie un nuovo passo verso il riconoscimento internazionale, trovando un’intesa con l’omologa commissione del Parlamento francese. Le due commissioni hanno approvato oggi a Parigi una dichiarazione congiunta, che rappresenta un nuovo passo nella definizione dei diritti in Internet, dopo l’approvazione del testo a fine luglio. Il testo adottato oggi punta in modo accentuato sul «concetto di internet quale bene comune mondiale». «Le commissioni – si legge nella dichiarazione congiunta – ritengono che il diritto d’accesso a internet costituisca oggi un diritto fondamentale che favorisce l’esercizio di altri diritti fondamentali, segnatamente la libertà d’espressione, il diritto a informare ed essere informati, la libertà di impresa e di innovazione, la libertà di associazione». Come già espresso nel testo italiano, la dichiarazione cita alcuni punti chiave della vita in rete, dall’attenzione ai dati personali al regolamento dei sistemi automatici nell’azione giudiziaria, dalla trasparenza dei funzionamenti algoritmici al dibattuto diritto all’oblio, oggetto, proprio in Francia di una battaglia tra il garante e Google. Nel testo è anche marcato il passaggio sul copyright, altro tema molto discusso anche in sede europea. «Le commissioni chiedono che venga dato riconoscimento giuridico ai beni comuni della cultura e della conoscenza, come ad esempio la versione digitale di opere nel pubblico dominio o i beni non appropriabili come le idee e i fatti», si legge nella dichiarazione. A firmare il testo, assieme alla presidente della Camera, Laura Boldrini, è il presidente dell’Assemblea nazionale francese, Claude Bartolone. «La rete come bene comune, principio affermato nella nostra dichiarazione congiunta – ha affermato Laura Boldrini – non può essere lasciato nelle sole mani dei privati, né tanto meno in quelle dei governi autoritari, come succede purtroppo in molti Paesi. Non mi trovo d’accordo infatti con chi sostiene che per tutelare Internet è necessaria l’assenza di regole. Le regole infatti già ci sono ma sono dettate o dai grandi soggetti economici, che hanno di mira naturalmente il loro esclusivo tornaconto economico, ovvero da Stati che ne vogliono imbrigliare e limitare l’accesso come luogo di emancipazione e partecipazione democratica».La Dichiarazione approvata a Montecitorio diverrà a breve una mozione e sarà adottata dal Parlamento, e sarà protagonista della tappa italiana dell’Internet Governance Forum, a ottobre, e dell’appuntamento internazionale del Forum, in Brasile, a novembre. La Dichiarazione approvata a Montecitorio diverrà a breve una mozione e sarà adottata dal Parlamento, e sarà protagonista della tappa italiana dell’Internet Governance Forum, a ottobre, e dell’appuntamento internazionale del Forum, in Brasile, a novembre.