Carlo Fusi ha lasciato la direzione de Il Dubbio, lo sostituirà Davide Varì. La notizia è arrivata nelle scorse ore. Fusi, subentrato a Piero Sansonetti che lo aveva fondato il 2 aprile del 2019, ha comunicato di aver rescisso il rapporto con l’editore del quotidiano, la Fai – fondazione dell’avvocatura italiana – e dunque il Consiglio Nazionale Forense.
Fusi si è congedato dai lettori in un editoriale in cui ha scritto: “Ho cercato di fare un giornale curioso come promesso al momento dell’incarico, capace di portare nel dibattito pubblico i valori fondanti dell’Avvocatura, con la bussola orientata sul garantismo e la tutela dei diritti, specie di quelli dei più deboli. Senza mai rinunciare ad un profilo culturale alto e di qualità, in assenza del quale a mio avviso il giornalismo irrimediabilmente scade”. E dunque: “Ringrazio quanti hanno condiviso e supportato questo mio sforzo. Ringrazio anche chi, talvolta, ha espresso perplessità o rilievi. Le critiche aiutano a crescere, e ho sempre ritenuto l’umiltà l’altra faccia della professionalità: se manca la prima, non può esistere l’altra. Oltre che al plenum del Cnf, un particolare sentimento di riconoscenza va al presidente Andrea Mascherin che mi ha offerto un’opportunità irripetibile. Rivolgo i migliori auguri a Davide Varí che mi succederà e a tutta la redazione, con l’auspicio che la voce irrinunciabile del Dubbio continui ad essere forte ed autorevole. Ne approfitto per augurare a tutti, ma proprio a tutti, un buon 2021. Mi pare ne abbiamo bisogno”.
Varì si è presentato ai lettori de Il Dubbio con il suo primo “fondo” in cui ha tracciato le linee del suo impegno da direttore: “Sappiamo bene che la scelta di ogni singolo fatto e il modo di scriverlo non sarà mai del tutto neutra. Chiunque deciderà di sfogliare e leggere il nostro giornale si troverà di fronte a un racconto quotidiano il più possibile aperto e inclusivo – inclusivo anche nei confronti di chi dissente – ma che avrà una sua anima, un suo carattere. Non credete a chi vi racconta che i giornali devono essere neutrali né a chi parla di un inesistente giornalismo British. Ogni singola parola stampata da qualsiasi quotidiano del mondo è sempre schierata. E noi – lo dichiariamo subito, con la massima trasparenza e convinzione – saremo schierati sui diritti e le garanzie”.
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