«Occorre ripensare completamente al ruolo dell’ intervento pubblico a sostegno del sistema informativo, nazionale e locale». Lo ha detto il presidente dell’ Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Angelo Cardani, in occasione della presentazione dell’ indagine conoscitiva su Informazione e internet in Italia ieri al Senato (anticipata da ItaliaOggi del 24/04/2015). «Il sistema dei contributi che ha caratterizzato l’ intervento pubblico nel passato recente», ha spiegato, «non solo non ha trovato apprezzabile riscontro rispetto all’ obiettivo di ampliamento del panorama informativo, ma non sembra neanche soddisfare i criteri di efficienza allocativa statica e dinamica, avendo creato un sistema debole, non autosufficiente e fortemente dipendente dal sostegno dello stato». Secondo l’ Agcom «nel momento in cui tali fondi stanno, per motivi di finanza pubblica, riducendosi fortemente, è lo stesso sistema informativo finanziato da questi interventi a entrare in crisi. Sembra necessario, dunque, uno stimolo verso sistemi di finanziamento misti, che coniughino finanziamenti pubblici e privati». Durante il convegno è intervenuto il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri che ha dato una stoccata al differente trattamento degli over the top stranieri rispetto agli operatori del paese: «Con Infinity, che è il nostro Netflix in piccolo, paghiamo il 22% di Iva. Ora arriva il vero Netflix che paga il 4%. Occorre uguaglianza fiscale, è necessario un livello di tassazione uguale per tutti per garantire la concorrenza. Noi siamo sottoposti a molte regole e su Internet ognuno fa come vuole». Secondo l’ indagine, il 73% degli italiani è molto o estremamente interessato all’ informazione. Solo il 3% dice di non esserlo. Un tasso ben più elevato che nelle altre democrazie e peraltro trasversale per età e genere. Dallo studio si evidenzia come le modalità di fruizione dell’ informazione stiano profondamente mutando con la diffusione di smartphone e tablet e interessando fasce sempre più giovani di informazione. Importanti sono le nuove piattaforme di aggregazione, i cosiddetti social network attraverso i quali ben il 35% degli utenti italiani di internet condivide le notizie.