Carcere giornalisti, la Corte Costituzione rimanda al Parlamento. “Un anno per decidere”

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La Corte Costituzione “congela” per un anno tutti i procedimenti relativi alle diffamazioni a mezzo stampa e rimanda la palla al Parlamento. I giudici si sono espressi ieri sull’eccezione di costituzionalità che è stata sollevata in due procedimenti, uno a Salerno e l’altro a Bari. Secondo i magistrati, il fatto che ci siano in aula diversi progetti per riformare la disciplina rende necessario sospendere i procedimenti in attesa dei lavori parlamentari.

In una nota, la Corte ha rilevato:  “La soluzione delle questioni richiede una complessa operazione di bilanciamento tra la libertà di manifestazione del pensiero e la tutela della reputazione della persona, diritti entrambi di importanza centrale nell’ordinamento costituzionale. Una rimodulazione di questo bilanciamento, ormai urgente alla luce delle indicazioni della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, spetta in primo luogo al legislatore”. E dunque i motivi della scelta: “Poiché sono attualmente pendenti in Parlamento vari progetti di legge in materia, la Corte, nel rispetto della leale collaborazione istituzionale, ha deciso di rinviare la trattazione delle questioni all’udienza pubblica del 22 giugno 2021, per consentire alle Camere di intervenire con una nuova disciplina della materia”.

 

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