“La Corte Costituzionale rimette al Parlamento la soluzione dell’annosa questione della cancellazione della pena detentiva per il reato di diffamazione a mezzo stampa. Tocca alle Camere intervenire entro un anno, contemperando l’esigenza di rafforzare la libertà di stampa e il diritto di cronaca, cancellando dall’ordinamento il carcere per i giornalisti, con il diritto alla reputazione e all’immagine. È una decisione che affida al Parlamento la responsabilità di decidere, esattamente come è avvenuto di recente anche sulla regolamentazione del fine vita”. Lo hanno affermato in una nota la Federazione nazionale della Stampa italiana e il Sindacato unitario giornalisti della Campania.
Fnsi e Sugc sulla questione hanno aggiunto: “La volontà politica, espressa dal governo e dalla maggioranza parlamentare e recentemente ribadita in incontri con i vertici della Fnsi, lascia intravedere una soluzione positiva, anche se restano da definire alcuni aspetti. A cominciare da quello delle sanzioni pecuniarie. Somme troppo elevate senza dare la possibilità ai giudici di valutare le condizioni economiche del giornalista e la situazione dell’impresa editoriale avrebbero lo stesso effetto dissuasivo del carcere e finirebbero inevitabilmente per esporsi alle censure della Corte Edu”.
Per questa ragione, conclude il sindacato, “La Fnsi porterà avanti il confronto con governo e Parlamento per giungere ad una soluzione in grado di bilanciare tutti gli interessi in gioco. Di certo, la decisione della Consulta, dinanzi alla quale il sindacato dei giornalisti era rappresentato dal Sindacato unitario giornalisti della Campania, segna un importante passo avanti”.
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