In un’intervista al Sole 24 Ore il direttore generale della Rai Claudio Cappon traccia un bilancio della sua seconda esperienza da DG. “La Rai – dice – è di fronte a sfide importanti, per le quali abbiamo avviato le macchine. C’è bisogno di scelte forti e decisioni chiare e tempestive”.
Alla politica chiede di definire presto la missione dell’azienda radiotelevisiva pubblica e denuncia un progressivo assorbimento della Rai nella Pubblica Amministrazione: “Non si può essere una Asl e un’azienda editoriale sul mercato, allo stesso tempo”. Secondo Cappon “occorrono forme di finanziamenti coerenti con gli obiettivi che ci si pongono; il modello di finanziamento ‘misto’ resta però forte, se l’Italia ha il servizio pubblico con la più alta quota di share in Europa”.
E una gestione amministrativa entra anche in campo informativo: “La par condicio, ad esempio; una cosa è il pluralismo, un’altra è non poter fare una cosa se non se ne fa un’altra”.
“La Rai – aggiunge il direttore generale – ha bisogno di snellimento ed efficienza. In tutta Europa solo i servizi pubblici sviluppano le potenzialità locali; anche noi al Nord dovremo fare di più”. “E’ legittimo discutere il numero delle reti tv – conclude -, ma ogni rete Rai non è un’azienda autonoma”.
Secondo Cappon “lo scenario delineato nel Piano industriale è confermato: vi è un deterioramento di tutte le tv generaliste. La Rai ha quindi la necessità di un riposizionamento strategico nel segno della discontinuità.
Cappon affronta anche il tema del tetto degli stipendi “fissato dalla Finanziaria, la Corte dei Conti che controlla gli atti, la Cassazione che c’impone di fare una gara per ogni acquisto. Quando in un sistema così competitivo vanno prese decisioni nel giro di mezz’ora. Non si può essere una Asl e un’azienda editoriale sul mercato, allo stesso tempo”.
L’azienda ha chiuso in sostanziale pareggio il bilancio 2007. “Partivamo da 45-50 milioni di perdite, abbiamo chiuso a meno cinque milioni. Abbiamo ridotto del 10% gli acquisti di programmi dall’estero e, allo stesso tempo, investito di più nella fiction e nel digitale. I rischi del Piano industriale restano ma il messaggio del bilancio 2007 è: la Rai ha solidità finanziaria e ampi margini di recupero”.
Per quanto riguarda una eventuale vendita di una rete Rai, Cappon afferma: “E’ legittimo discutere il numero delle reti tv, come in tutta Europa. Ogni rete Rai, però, non è un’azienda autonoma. I diritti, ad esempio, si comprano in comune: come si dividono? Questo tanto per fare un esempio sulla complessità di un eventuale ‘spacchettamento'”.
Sul Piano editoriale Cappon spiega che “in autunno avremo le prime novità nell’articolazione del palinsesto. Palinsesto che era inchiodato, una replica che prosegue da una quindicina d’anni. Il nuovo schema vuol superare le rendite di posizione. La digitalizzazione delle news è un’altra forma di discontinuità. Il modo di fare informazione cambia: tutti devono rimettersi in gioco, con un’organizzazione del lavoro che richiede nuove competenze”.