“Sono in salvo in ambasciata”: l’inviata di Studio Aperto e del Tg4 Gabriella Simoni ha comunicato così la sua avvenuta liberazione ai colleghi di Mediaset. Studio Aperto è andata in onda con un’edizione straordinaria alle 18.15 per dare la notizia del rilascio della giornalista fiorentina che segue per l’azienda di Cologno Monzese la crisi al Cairo.
“Tutto bene, mi stanno liberando”: aveva detto al telefono la Simoni pochi minuti prima, avvisando l’azienda del Biscione. ”Vi richiamo appena posso”, aveva precisato la giornalista.
La Simoni, che nel pomeriggio era stata contattata anche dall’amica e collega di Mediaset Elena Guarnieri (“Gabri sta bene, l’abbiamo contattata“: questo il post apparso sul suo profilo Facebook), aveva fatto perdere le proprie tracce stamattina, mentre seguiva i drammatici avvenimenti di queste ore nella capitale egiziana. Con lei c’era anche un operatore di un service esterno, Arturo Scotti, secondo quanto riferito all’agenzia ANSA dall’ufficio stampa di Mediaset. Insieme i due stavano realizzando un reportage per Studio Aperto e Tg4 all’interno della moschea di al Fatah al Cairo, al centro dei drammatici scontri che stanno insanguinando l’Egitto.
“Questa mattina alle 11 con un messaggio – aveva riferito Mediaset – la Simoni ci ha avvisati che si trovava in difficoltà, che era in un momento difficile e che era stata aggredita. Dopo sono stati persi i contatti”.
Stamani, secondo quanto riportato da Al Jazeera, almeno altri due giornalisti stranieri (il reporter americano del Wall Street Journal, Matt Bradley, e il britannico dell’Independent, Alastair Beach) erano stati aggrediti da parte degli anti-Morsi davanti alla moschea al Fatah a piazza Ramses e quindi tratti in salvo dai militari e caricati a bordo dei blindati dell’esercito. Con loro, evidentemente, c’erano anche Simoni e Scotti.
Il primo a riferire che la giornalista toscana, dopo essere stata aggredita dai Fratelli Musulmani, era stata tratta in salvo dai militari e poi fatta salire a bordo di un cellulare, era stato l’inviato al Cairo di Repubblica Pietro Del Re: “Però non risponde al suo telefono” aveva precisato il giornalista durante il suo collegamento audio. Una versione, quella dell’inviato di Repubblica, confermata dal direttore del Tg4 e di Studio Aperto, Giovanni Toti, rimasto in stretto contatto con l’Unità di crisi della Farnesina. E’ stato proprio lui, nel pomeriggio, a riferire all’ANSA come, oltre ai due di Mediaset (Simoni e Scotti) i militari egiziani avevano fermato altri due giornalisti italiani della Rai (in realtà all’azienda di viale Mazzini risultava fermata una sola giornalista: Maria Gianniti, inviata del Giornale Radio Rai).
“Per quello che noi al momento sappiamo, pare che i giornalisti italiani fermati dalle forze di sicurezza egiziane siano quattro, la nostra inviata Gabriella Simoni con il suo operatore e due giornalisti della Rai. Sono notizie che ci arrivano da fonti del ministero degli Esteri e di Palazzo Chigi in contatto con il Cairo, perché noi non abbiamo ancora avuto alcun contatto diretto con Simoni. Il suo cellulare risultava ancora spento fino a pochi secondi fa” aveva precisato Toti.
”Non posso dare conferma di quel che sto dicendo – aveva sottolineato ancora il direttore – perché dal ministero e da palazzo Chigi arrivano informazioni frammentarie. Stanno lavorando e sembra che le forze di sicurezza egiziane abbiano dato rassicurazioni sull’intenzione di rilasciare i giornalisti a breve, non appena identificati. Poi se questo comporti ore o minuti, nessuno lo sa“.
Poi, poco prima delle 18, il messaggio rassicurante della Simoni a Mediaset e quindi la notizia dell’avvenuto rilascio: l’incubo si è finalmente dissolto.
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