Canoni per diritto d’uso frequenze. Via libera dall’Agcom per Rai e Mediaset

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antenne2Rai e Mediaset, con Raiway e Elettronica Industriale, pagheranno ciascuna 13 milioni l’anno a partire da quest’anno per l’uso dei 5 multiplex che hanno in concessione per la durata di 18 anni. E’ quanto ha stabilito l’Agcom, secondo quanto apprende l’Adnkronos, nel provvedimento assunto oggi per indicare i criteri generali per la fissazione da parte del Ministero dello sviluppo economico del canone per l’uso delle frequenze. Con l’attuale sistema, che calcola il fatturato editoriale delle societa’ e non le frequenze che utilizzano, Rai e Mediaset versano per il canone delle frequenze tv circa l’uno per cento del fatturato, per cui insieme pagano circa 50 milioni. Ma il sistema e’ stato, appunto, modificato con il passaggio dal sistema analogico al digitale: la legge n.44 del 2012 che ha convertito il decreto legge ‘Semplifica Italia’ indica che a pagare il canone per le frequenze siano gli operatori di rete, mentre prima pagavano le società televisive sulla base dei fatturati. La base per la valorizzazione dei mux e’ stata la cifra pagata da Umberto Cairo nella recente asta delle frequenze per un multiplex (31 milioni). Quanto al criterio dell’applicazione progressiva del nuovo sistema di contributi l’Autorità ha suggerito la definizione di un “glide path”, un iter di riduzione del canone per i nuovi entranti, “volto a garantire la progressività dell’imposizione e la parità di condizioni tra operatori”, sottolinea l’Agcom, ma ha ritenuto di dover rimettere al Governo la valutazione circa la sua compatibilità con la previsione secondo cui dall’attuazione della disciplina non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. L’approvazione del provvedimento è stata preceduta da un’interlocuzione con il sottosegretario Antonello Giacomelli, il quale ha preannunciato l’intendimento del Governo di procedere a un riordino complessivo della disciplina in materia di frequenze, contributi e canoni, nell’ambito di un disegno di riforma unitario e coerente. Il Consiglio “ha preso atto con interesse di questa prospettiva, ma ha ritenuto tuttavia ineludibile, allo stato, adempiere i compiti assegnati all’Autorità dalla vigente normativa primaria, restando ovviamente riservata ogni successiva determinazione agli organi titolari della funzione di indirizzo politico, con i quali proseguirà la proficua collaborazione istituzionale instauratasi nel rispetto delle reciproche attribuzioni”.
“Nonostante la lettera del governo che chiedeva di sospendere la decisione e nonostante la Commissione Vigilanza Rai ne abbia chiesto e ottenuto l’audizione, l’Agcom ha deciso di procedere comunque e approvare a maggioranza la riforma dei canoni delle frequenze tv. Si tratta di una forzatura immotivata e gravissima la cui responsabilita’ ricade sui commissari nominati dal centrodestra”. E’ quanto sostiene in una nota Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in Commissione Vigilanza Rai commentando il via libera a maggioranza dal Consiglio dell’Agcom alla delibera sui criteri per la determinazione, da parte del ministero dello Sviluppo economico, dei contributi annuali per l’uso delle frequenze tv terrestri. “Chiediamo – sottolinea l’esponente Pd – per questo al governo di venire a riferire quanto prima in Commissione Vigilanza Rai e di predisporre in tempi rapidi un decreto che eviti uno sconto insensato a Rai e Mediaset, a scapito delle tv locali, e un danno che le casse dello Stato non possono permettersi, specie in un momento di crisi”. ”I nuovi canoni per le frequenze, varati a maggioranza dall’Agcom con il voto contrario del presidente Cardani, rappresentano un grave danno all’Erario per la riduzione degli introiti per lo Stato e rischiano di essere il colpo letale per le tv private e locali, quelle sopravvissute in questi mesi alla grave crisi economica che ha colpito il settore”. E’ quanto dichiara in una nota il deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi. ”Il blitz sui canoni – spiega Anzaldi – crea un ammanco ai conti pubblici, per la riduzione dei canoni agli operatori maggiori, senza che venga specificato come verranno sostitute queste risorse. Il provvedimento potrebbe essere, inoltre, la tomba per molte imprese televisive che garantiscono a livello locale pluralismo e informazione, perche’ mentre i grandi network come Rai e Mediaset si vedranno applicato uno sconto milionario ingiustificato, sulle emittenti locali pesera’ una tassa di concessione molto piu’ alta, non piu’ parametrata sul fatturato ma sugli impianti e i mux”. ”Dopo i pesanti investimenti per il passaggio al digitale, ora le imprese private medie e piccole riceveranno un altro colpo dal quale difficilmente riusciranno a rialzarsi. Una decisione, quella presa a maggioranza dall’Agcom, che rimane incomprensibile, a maggior ragione dopo le lettere che l’Autorita’ ha ricevuto dal sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli. Appoggeremo ogni iniziativa delle associazioni dei consumatori contro questo grave provvedimento”, conclude Anzaldi.

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