Il canone Rai sarà scorporato dalla bolletta della luce e si pagherà con il modello 730 ma Renzi non ci sta. Queste le indiscrezioni che arrivano da ambienti istituzionali e tanto basta per far esplodere la polemica politica. In prima fila Italia Viva e lo stesso Matteo Renzi che ha difeso il provvedimento adottato da lui quando era al governo del Paese. E che ha accusato dalla piattaforma digitale della sua newsletter la “burocrazia europea” che avrebbe indotto il governo a scollegare il canone dalla bolletta della luce.
Del “futuro” del canone Rai si parla ormai da settimane. Le soluzioni sembrano ancora lontane. L’unica cosa che sembra sicura è lo “scorporo” dalla bolletta per le famiglie italiane. In un momento importante, in cui i prezzi dell’energia sono saliti alle stelle. Ma che non cancella l’importo da pagare comunque. Le modalità che sceglierà il governo sono ancora allo studio. Repubblica, tra gli altri, ha ventilato l’ipotesi del pagamento via modulo 730. La notizia è rimbalzata ovunque in rete scatenando reazioni e repliche.
Tra le più piccate c’è quella di Matteo Renzi che “inserì” il canone Rai nella bolletta della luce. Per l’ex premier, quella fu una decisione che consentì non soltanto un risparmio per le famiglie ma che riuscì a sconfiggere buona parte dell’evasione e dell’elusione relativa al pagamento. Nella sua newsletter, Renzi ha tuonato: “Tra le tante riforme che abbiamo fatto, una è stata cancellata per responsabilità della burocrazia europea: pare sia illegittimo mettere il canone Rai in bolletta. Io credo nel principio ‘pagare meno, pagare tutti’. Con il canone in bolletta, la spesa è passata da 113 a 90 euro e gli evasori sono stati costretti a pagare. Mi sembrava una buona idea, voi che dite?”.
Alle parole di Renzi, hanno fatto seguito quelle del commissario di vigilanza Rai, in quota Italia Viva, Michele Anzaldi. Che, intervistato da Vigilanzatv, ha spiegato. “Credo che all’Europa che ci chiede di scorporare il canone Rai dalla bolletta vadano fatte alcune domande: lo sa l’Ue che il Contratto di servizio Rai prevede l’obbligo di aumentare gli spazi di informazione, ma l’informazione invece è stata tagliata?”.
Anzaldi ha proseguito: “Lo sa l’Ue che la Concessione prevede il taglio delle direzioni e l’accorpamento delle testate, ma invece assistiamo a continue nomine di nuovi direttori?”. Dunque ha concluso: “Sarebbe anche il caso che ci si domandasse perché gli italiani, che non si fanno problemi a pagare il canone annuale di Sky, di Netflix, di Disney+, di Amazon, di Dazn, di Now Tv etc., considerano invece il canone Rai, il cui importo è ora persino inferiore, la tassa più odiata. C’è un problema di qualità, e per il servizio pubblico la qualità è innanzitutto qualità dell’informazione. Su questo neanche il governo Draghi ha cambiato le cose”.