Per le reti di nuova generazione sono ”certamente auspicabili interventi dello Stato a sostegno alla domanda, anche mediante la concessione di agevolazioni e sussidi ad imprese e agli stessi consumatori. La sola azione del mercato non appare sufficiente a colmare i ritardi infrastrutturali, come del resto dimostrano le esperienze di Paesi, quali il Giappone, che hanno affidato all’intervento pubblico gli oneri amministrativi e finanziari connessi agli interventi necessari per l’adeguamento tecnologico”. E’ quanto recita il documento elaborato dalla Commissione Trasporti, Poste e Tlc della Camera a conclusione dell’indagine conoscitiva sulle reti di nuova comunicazione elettronica.
Il documento sottolinea inoltre che ”i costi, assai elevati, richiesti per le infrastrutture destinate alle reti di nuova generazione, non sono sostenibili da singoli operatori, non risultando garantiti livelli di domanda adeguati alla remunerazione di investimenti di tale portata. Una qualche forma di intervento pubblico – sia pure con criteri che siano compatibili con le regole comunitarie – appare dunque, nelle circostanze date, difficilmente eludibile”. Sulla modalita’ di intervento infine la Commissione non specifica se l’intervento debba ”essere finalizzata ad una ridefinizione dell’assetto regolatorio, ovvero possa configurarsi come un vero e proprio intervento diretto dello Stato nelle attività di realizzazione delle infrastrutture”.
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