Le elezioni sono passate ma non le polemiche in Rai, in particolare al Tg1. Tema del contendere la sostituzione di tre conduttori. La denuncia e’ dei consiglieri di amministrazione Rai, Nino Rezzo Nervo e Giorgio Van Straten. ”Ormai e’ evidente – affermano in una nota – che al Tg1 e’ in corso una vera e propria epurazione dei giornalisti che non hanno firmato la lettera in favore del direttore. La settimana scorsa era toccato al caporedattore Massimo de Strobel, oggi Minzolini ha annunciato al comitato di redazione che sono stati sollevati dal loro incarico di conduttore Tiziana Ferrario, Paolo Di Giannantonio e Piero Damosso, tutti professionisti che hanno contribuito a scrivere la storia di quella che un tempo e’ stata la piu’ importante testata televisiva”.
Ai due consiglieri ha replicato il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone: ”Spiace constatare – afferma – che prosegue la vera e propria campagna dei consiglieri Van Straten e Rizzo Nervo contro un patrimonio dell’azienda Rai, e cioe’ il Tg1, l’ammiraglia dell’informazione del servizio pubblico. Oggi, i due si propongono nella veste di veri e propri commissari politici, che pretenderebbero di stabilire al posto del direttore chi deve svolgere l’una o l’altra funzione all’interno della compagine redazionale”.
Sulla questione ha preso posizione anche la Fnsi: ”Le vicende dei poteri di gestione e governo delle redazioni della Rai continuano a suscitare – si legge in una nota – inquietudini e preoccupazione. E’ veramente inconcepibile che persino l’impiego nel lavoro dei giornalisti possa risultare connesso a valori non meramente professionali. La notizia della rimozione dagli incarichi di conduzione del Tg1, di colleghi come Paolo Di Giannantonio, Piero Damosso e Tiziana Ferrario e del capo redattore Massimo De Strobel, rischia di configurarsi come rappresaglia piuttosto che come un normale esercizio dei poteri del direttore che il contratto tutela”.
Ma il diretto interessato, il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, si difende: ” nessuna epurazione ma solo un ricambio generazionale. Sono stati assunti diciotto precari e per dare un segnale di cambiamento al Tg1 bisogna mostrare volti nuovi. Sono decisioni prese da tempo e i documenti, ne’ quelli a favore, ne’ quelli contro, non c’entrano assolutamente niente. Sono liturgie che non mi appartengono”.
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