Non c’è pace a L’Espresso: cambia, ancora una volta, il direttore. Enrico Bellavia lascerà il posto, sarà sostituito da Emilio Carelli. Ma i giornalisti sono inferociti e proclamano lo stato di agitazione. In una nota pubblicata sul sito dello storico settimanale, passato da Gedi prima all’imprenditore Danilo Iervolino e poi a Donato Ammaturo, i giornalisti parlano di tentativi di stravolgere la veste e il ruolo stesso del giornale e annunciano uno sciopero per la giornata di ieri e l’affidamento di un pacchetto da ulteriori cinque giorni di sciopero al comitato di redazione. Bellavia lascia dopo una manciata di mesi: si era insediato al timone de L’Espresso in qualità di direttore appena a gennaio scorso.
Nella nota apparsa sul sito del settimanale le ragioni della rabbia dei giornalisti: “L’Espresso cambia oggi il terzo direttore in meno di un anno. Un fatto grave perché dovuto all’ennesimo tentativo di intromissione dell’azienda sul contenuto degli articoli: tentativo a cui il direttore uscente Enrico Bellavia si è opposto garantendo la storia e la tradizione del nostro giornale”. Una denuncia gravissima. Che per i giornalisti si fa punto irrinunciabile, barricata di uno nuovo scontro con la proprietà: “Il numero in edicola venerdì – prosegue la nota – per merito del lavoro della redazione e del direttore che ringraziamo, rappresenta il nostro modo di fare giornalismo. Una pratica che rischia di essere compromessa”.
Pertanto la scelta di incrociare le braccia: “Alla luce di questi fatti, l’assemblea di redazione proclama l’astensione dal lavoro per venerdì 31 maggio e consegna un pacchetto di 5 giorni di sciopero in mano al Cdr. La redazione continuerà a fare ogni sforzo per garantire un giornalismo libero, di qualità e fedele alla tradizione de L’Espresso”.
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