Il Gruppo Caltagirone conferma le tre cessioni di ramo d’azienda e il cambio di Ccnl per 77 dipendenti del Gazettino, del Mattino e del Messaggero. I poligrafici non ci stanno e promuovono una nuova giornata di scipopero per protestare contro l’editore.
Fallito quindi l’incontro dell’altroieri tra sindacati e azienda. Una nota della Slc Cgil spiega che il gruppo, oltre a confermare le decisioni che già da tempo vengono contestate dai lavoratori come la cessione dei centri stampa di roma e Napoli, ha deciso il licenziamento di 3 dipendenti nel capoluogo campano. Questo comportamento, secondo il sindacato, rappresenta “un concreto attacco ai diritti di tutti i lavoratori poligrafici e un tentativo di destrutturare il contratto nazionale”.
L’inizio della vicenda risale al 22 febbraio con la decisone di aprire tre procedure di cessione di ramo d’azienda per le società dei tre quotidiani. In pratica il gruppo ha deciso di smembrarsi in tre srl diverse: Servizi Italia 15, Stampa Napoli 2015 e Stampa Roma. Ai 77 lavoratori coinvolti in una di queste cessioni è statao proposto il passaggio al Ccnl Terziario, distribuzione e servizi.
Il sindacato dei lavoratori della comunicazione vede nella proposta “la chiara intenzione politica di destrutturare il Ccnl, creando di fatto i presupposti di un dumping contrattuale, e di minare il faticoso lavoro degli ultimi due anni che le parti istitutive hanno fatto per riportare in equilibrio il Fondo di previdenza complementare contrattuale”.
A peggiorare le cose, sottolinea ancora la Slc Cgil, “il silenzio assordante della Federazione italiana editori giornali, che su questa vicenda prima o poi dovrà fare una scelta”. Lo sciopero di oggi segue la prima giornata di protesta del 21 marzo, a cui hanno aderito quasi tutti gli amministrativi e i poligrafici e che ha portato alla mancata uscita dei giornali nelle edicole.
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