L’Agcom resta a Napoli e la sede, con tutti i suoi dipendenti, non sarà sottoposta ad alcun provvedimento di chiusura o ridimensionamento. Il presidente dell’Autorità garante per le comunicazioni, Corrado Calabrò, chiude definitivamente una vicenda che dal 2009 aveva assunto le dimensioni del tormentone. “L’ipotesi di chiusura si è verificata tre anni fa – spiega Calabrò – però alla segnalazione che abbiamo inviato al consiglio dei ministri non è seguita alcuna risposta”. Per rafforzare il concetto l’eventualità di una chiusura della sede napoletana, la principale dell’Authority, viene considerata “seppellita” dal suo massimo esponente. Questo significa che i dipendenti della struttura non saranno licenziati o costretti ad emigrare a Roma e che Napoli conserverà uno dei pochi centri decisionali rimasti sul proprio territorio.
Le rassicurazioni fornite da Calabrò nel corso di un’audizione presso la commissione affari costituzionali sono però solo un punto di partenza. “Attendo con altrettanta chiarezza -dice in una nota il consigliere regionale del Pdl e componente l’ufficio di presidenza, Bianca D’Angelo – analoghe parole di rassicurazione da parte dei vertici dell’Agcom sulla necessità di fermare ogni processo di ridimensionamento della sede partenopea”. Negli ultimi due, infatti, sono stati molteplici i trasferimenti verso Roma.
“Ormai a Napoli – dichiara la D’Angelo – presso gli uffici del centro direzionale lavora un terzo del personale complessivo dell’Authority e ciò accade nonostante un decreto della presidenza del consiglio dei ministri del 2007 imponga pari condizioni di funzioni e personale tra le sedi di Roma e Napoli”. Secondo l’esponente del Pdl “la sede di Napoli deve essere valorizzata e premiata nelle future scelte aziendali”.
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