Per il presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò «c’è assolutamente bisogno di una modifica» all’emendamento al decreto semplificazioni sull’ultimo miglio, attualmente all’esame del Senato.
«Credo che il Governo ne sia perfettamente consapevole ed è in contatto con la Commissione Ue».
prosegue Calabrò. «Si può ricondurre sotto il quadro regolatorio comunitario raddrizzando l’impostazione, cioé indicando gli obiettivi, ma salvaguardando l’indipendenza dell’Agcom che deve essere rispettata».
Tuttavia, c’è da sottolineare che la Commissione Ue ha già «riconosciuto la coerenza con il quadro comunitario della norma del decreto semplificazioni sulla concorrenza nella telefonia fissa». Una decisione che ha trovato piena soddisfazione nel deputato della Lega Nord Gianni Fava. «La disposizione, approvata alla Camera con il sostegno di tutte le forze politiche e con il parere favorevole del Governo – ha sottolineato Fava – scardina il monopolio di Telecom sul cosiddetto ultimo miglio in rame. Con il suo intervento la Commissione ha spazzato via le strumentalizzazioni di queste settimane avanzate da chi è puntualmente pronto a dichiararsi liberale salvo poi dimostrare il contrario nei fatti». «Questa norma – ha spiegato Fava – rappresenta il vero banco di prova che ci farà capire se il Governo Monti intende agire fino in fondo sulle liberalizzazioni, intervenendo laddove resistono le reali rendite di posizione o meno. L’alibi di Bruxelles è caduto. La Commissione ha detto di accettare il principio della disaggregazione e ha proposto che con la nuova norma Agcom sia facilitata ad imporre questa misura, qualora non abbia già tale potere. In sostanza, l’emendamento, invece che limitare i poteri di Agcom, li amplia. Ora tocca al Governo prendere atto della volontà politica e approvare rapidamente la norma per stimolare la concorrenza, gli investimenti nella banda larga e favorire la riduzione delle tariffe per gli utenti».
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