Il direttore Luciano Regolo e i redattori dell’Ora della Calabria hanno interrotto dopo circa due mesi l’occupazione della redazione centrale di Cosenza decisa dopo la cessazione delle pubblicazioni. A darne notizia e’ lo stesso direttore Regolo in un comunicato, pubblicato anche sul blog “L’Ora siamo noi”. “In questi quasi due mesi di occupazione – afferma Regolo – abbiamo con forza, sacrificio e determinazione difeso i diritti della libera informazione e la nostra dignita’ di persone e giornalisti di fronte a una serie continua di scorrettezze, impegni disattesi e gesti intollerabili da parte del liquidatore. Dal 25 aprile scorso abbiamo occupato la redazione centrale di Cosenza per protestare contro le oscure modalita’ della liquidazione della nostra societa’ editrice e in modo particolare contro le dinamiche che tendevano a trasferire la proprieta’ della testata nelle mani di Umberto De Rose, lo stampatore protagonista della telefonata dell’Oragate, nella notte tra il 18 e il 19 febbraio, quando, non avendo tolto la notizia relativa all’indagine aperta sul figlio del senatore Gentile, per impedire l’uscita del giornale, fu ‘simulato’ un blocco della rotativa che, secondo la perizia disposta dalla Procura di Cosenza, non e’ mai avvenuto. Abbiamo deciso di concentrare d’ora in avanti ogni nostro sforzo a ridare vita a una nostra testata, che prosegua l’impegno di una informazione ‘senza bavagli’, in grado di resistere alle prepotenze dei cinghiali e alla coltre di indifferenze e silenzi che grava sulla Calabria, permettendo soprusi come quelli che abbiamo subito”. “Stiamo lavorando alacremente – prosegue Regolo – a un progetto che richiede la massima concentrazione, eludendo tutta una serie di difficolta’ e di ostacoli e l’occupazione non ci consentirebbe di dedicarci a questa impresa. La interrompiamo dunque, fiduciosi nella magistratura alla quale ci rivolgiamo, ancora una volta, perche’ faccia chiarezza su quanto abbiamo pubblicamente segnalato dal principio della liquidazione. Non si interrompe invece la nostra battaglia per i diritti della libera informazione e neppure la nostra attivita’ sul blog (L’Ora siamo noi) seguito quotidianamente anche via Facebook da oltre 13 mila persone”.(ANSA)