Cairo: “La 7 non è putiniana, libertà è talk aperti a tutti”

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Urbano Cairo rivendica la libertà che, per lui, si esprime (soprattutto) nel dare diritto di tribuna a tutti anche ai giornalisti “putiniani”. Il patron de La 7, editore del Corriere della Sera, ha replicato alle accuse che sono piovute tra capo e collo alla direzione della sua emittente televisiva. Finita nel mirino delle polemiche a causa degli inviti, nei talk, anche a personaggi russi ritenuti vicini, se non direttamente propagandisti, del governo guidato da Vladimir Putin. Per rispondere a tutti, Cairo ha scelto la tribuna de Il Foglio.

Urbano Cairo ha spiegato: “”L’unica cosa sbagliata da fare nell’editoria è sottrarre. La cosa sbagliata è spegnere. Non fare sentire. Silenziare. Quello e’ l’unico vero potere di persuasione occulta e pericolosa. Il potere da non esercitare”.

Parole importanti che l’editore de La 7 ha spiegato dicendo. “La7 non e’ una televisione putiniana. E’ ovvio. La7 fa ascoltare e vedere tutto. Il che e’ esattamente il contrario del putinismo, è il contrario di ciò che avviene nei paesi autoritari. Da noi, se senti parlare i russi ti fai un’idea. Infatti è giusto ascoltarli”. Anche perché, spiega Cairo: “Quando queste persone, questi ospiti, fanno propaganda vi assicuro che il telespettatore li sgama immediatamente. Le persone non sono stupide. Oggi la gente che ascolta ore e ore di tv è molto disincantata. Non la convinci dicendo due stupidaggini”.

Insomma, quel vecchio adagio non detto del giornalismo: se vuoi fare davvero del male a qualcuno, lasciagli il microfono aperto. Urbano Cairo ha infatti rincarato la dose: “Alcuni di questi personaggi televisivi filoputiniani secondo me fanno ridere la gente. Ci sono i putiniani e le macchiette. Ma in mezzo a tante altre voci che vengono messe a confronto. Lo ripeto: anche questa è libertà”.

Cairo dunque ha concluso: “E non significa essere putiniani, anzi è il contrario. Poiché siamo forti della nostra libertà ascoltiamo anche i russi. Quanto alle mie convinzioni personali, per ciò che contano, ho pochi dubbi: sono ammirato dalla tenacia, dall’orgoglio, dalla forza e dalla dignità del popolo ucraino che resiste contro l’invasore”.

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