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Butti annuncia: “Un miliardo per l’intelligenza artificiale”

Un miliardo di euro per la ricerca italiana sull’intelligenza artificiale: l’annuncio è arrivato dal sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri con delega all’innovazione Alessio Butti. Che lo ha annunciato, a margine delle celebrazioni per il bicentenario dalla morte di Alessandro Volta, tenutesi a Cernobbio, nel Comasco. Butti ha spiegato: “lo so perfettamente perché insieme ad altre amministrazioni stiamo lavorando attorno al progetto di una strategia sul quantum, su cui il ministro Bernini ha le idee molto chiare. Stiamo mettendo insieme gli elementi per la strategia futura sul quantum, che è fondamentale, perché quando quantum e intelligenza artificiale si incontrano accade sempre qualcosa di stupefacente per l’evoluzione tecnologica, dalla medicina all’industria, alla cultura. E noi dobbiamo continuare a mettere insieme tutto ciò con la ricerca”. Quindi il sottosegretario ha dato l’annuncio tanto atteso: “Il disegno di legge sull’intelligenza artificiale che il governo ha rilasciato qualche tempo fa, già approvato in prima lettura al Senato e che presenterò alla Camera, mette a disposizione delle risorse importanti, più di un miliardo di euro di denaro pubblico attraverso Cassa Depositi e Prestiti per la ricerca, per le start up e per tutto ciò che può concorrere a fare delle innovazioni tecnologiche un percorso accessibile a tutti quanti”. Il disegno di legge arriverà in queste ore a Montecitorio. “Stiamo sviluppando processi importanti che riguardano la ricerca e li stiamo anche finanziando”, ha dichiarato Butti. La questione legata all’Ai italiana è di fondamentale importanza per il futuro strategico del Paese. E non solo dell’Italia ma di tutta l’Europa che, sul fronte digitale, si ritrova in netto ritardo rispetto ai grandi player del digitale, dalla Cina fino agli Stati Uniti. Una posizione che mette Bruxelles in posizione di sudditanza nei confronti di Big Tech e che lascia sostanzialmente inefficaci, o comunque fin troppo discutibili, le normative che l’Ue si è data per regolare quel farwest che è diventato il web.

Luca Esposito

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