Editoria

Quando la burocrazia chiude i giornali

La battaglia tra Il Velino e la Presidenza del Consiglio apre la strada a qualche considerazione sul rapporto tra burocrazia ed informazione, su casi come quello de “La gente d’Italia” e sulle nuove litanie sul pluralismo

Il Velino ha vinto il ricorso al Tar contro una, bizzarra, interpretazione del pluralismo e degli ambiti di autonomia dell’esecutivo da parte del Dipartimento informazione editoria. La notizia ha avuto abbastanza risalto, ma, d’altronde, il Velino per mestiere fa l’agenzia di stampa.

Tedeschini, l’avvocato del Velino, batte Presidenza del Consiglio dei Ministri e la questione si chiude qui; almeno quella di un’agenzia di stampa. Ma delle sorti di alcuni giornali poco, o niente, si sa: è da qualche tempo che il Dipartimento per l’informazione e per l’editoria ha anticipato la delega prevista nella riforma, per cui i contributi non dipendono più dalla legge, ma dalla burocrazia.

Nessuno ha mai parlato, dello strano caso de “La gente d’Italia”, un piccolo quotidiano diffuso in Uruguay in abbinamento a La Republica, il più diffuso giornale uruguaiano, il cui pagamento viene da tempo posticipato, postergato, limitato, evitato; alla fine la logica della pubblica amministrazione è quella del “ci faccia causa”, come i pessimi pagatori, si potrebbe dire “è il mercato bellezza”, peccato solo che si tratta dello Stato e non di un cliente che cerca pretesti per non onorare le proprie obbligazioni.

Come detto, Gente d‘Italia è un piccolo quotidiano, diretto da un giornalista di altri tempi, Mimmo Porpiglia, diffuso in un piccolo paese dell’America latina, da sempre terra di emigrazione di italiani. I ritardi nei pagamenti, non dovuti ad alcuna legge, hanno comportato la sospensione delle pubblicazioni per alcuni mesi; nessuno ne ha parlato, ma d’altronde Gente d’Italia non è il Velino e Montevideo è molto lontana dalle cose romane.

Quando un giornale chiude, Grillo esulta; ed oramai la litania è che il pluralismo si realizza attraverso l’aggregazione. Insomma, a breve qualcuno dirà che la democrazia richiede maggiore attenzione al censo, ma poco conta. Gente d’Italia ha ripreso le pubblicazioni, nonostante gli ingiustificati ritardi nei pagamenti. Ed a questo punto a breve ci si aspetta l’ennesimo ricorso ai giudici verso questi strani, cattivi, pagatori.

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