La proposta di Burioni sulla fase 2. secondo cui occorre “condivisione della strategia comunicativa con l’Ordine dei Giornalisti e i maggiori media nazionali” per frenare “allarmismo esagerato” ha fatto letteralmente infuriare la Fnsi che urla al bavaglio della stampa.
In una nota, il segretario Raffaele Lorusso ha spiegato: “Così come nessun giornalista di buon senso si sognerebbe di mettere in discussione la competenza del professor Burioni e degli scienziati che collaborano con la sua rivista, allo stesso tempo la comunità scientifica deve rispettare il lavoro e la libertà dei giornalisti e degli organi di informazione. Un conto è il contrasto alle fake news in ambito medico-scientifico, e su questo fronte il giornalismo professionale è in prima linea, un altro immaginare una regia unica dell’informazione, per giunta con la collaborazione di qualche organismo della professione. Sarebbe la negazione del pluralismo dell’informazione, del diritto di cronaca e di quella libertà di espressione che, comunque, non esimono i giornalisti dal rispetto della verità sostanziale dei fatti”.
Ma non è tutto: “Dal professor Burioni e dai suoi collaboratori, peraltro presenti come non mai sui più importanti organi di stampa, ci si aspetta la moltiplicazione degli sforzi per arrivare alla scoperta di una cura e di un vaccino efficaci contro il Covid-19, non l’elaborazione di modelli che porterebbero al pensiero unico. Anche e soprattutto in tempi di emergenza – conclude il segretario Fnsi – è bene che ciascuno faccia il proprio mestiere senza invasioni di campo”.
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