Dopo le violenze, le minacce anche il bullismo: a Cosenza un fotografo ha denunciato gli insulti continui subiti da parte di uno steward allo stadio San Vito-Marulla. Immediata la presa di posizione da parte della società rossoblù silana e dall’associazione nazionale degli steward. Che hanno duramente attaccato il comportamento dell’addetto alla sicurezza in campo ed espresso la loro solidarietà al professionista.
Il caso è esploso dopo che Pasquale Golia, fotoreport specializzato nel racconto dello sport, ha denunciato con un post sui social quanto gli è capitato. E gli capitava ormai da tempo. “Uno steward si permette il lusso di beffeggiarmi ed umiliarmi continuamente. È capitato questo pomeriggio nuovamente appena ho messo piede allo stadio, nel mentre lo stesso chiude un occhio verso condotte proprio non consone di altri miei colleghi bordocampisti”. E dunque: “Il tutto nel silenzio di chi dovrebbe vigilare anche su chi è chiamato a garantire la sicurezza nello stadio ma che evidentemente preferisce fare altro o meglio fare il bullo con chi, come me, per essere lì ha dovuto fare gavetta, iscriversi ad un ordine professionale e mettersi ogni domenica in gioco”.
Golia ha proseguito. “Una discriminazione bella e buona per il solo fatto di essere fisicamente diverso. Ora però non ci sto più. Voglio fare il mio lavoro con la giusta serenità e non essere vessato da un bullo travestito con una casacca gialla. Purtroppo nel calcio ed a Cosenza succede anche questo. Ora mi aspetto che la società Cosenza Calcio, in prima linea contro le discriminazioni, intervenga. Lo farò anch’io denunciando la cosa pubblicamente ed alma Lega B. Cose simili non debbono accadere, non posso accettare di essere bullizzato solo per il mio aspetto fisico”.
La società ha subito teso la mano al fotografo. E ha voluto incontrarlo. Nel corso dell’appuntamento, gli è stata donata una casacca ufficiale e “personalizzata” della squadra. In un post sui social, il Cosenza calcio ha condannato l’accaduto. “Il fotografo ha denunciato uno spiacevole episodio avvenuto in occasione dell’ultima gara di campionato, è stato ricevuto dal Cosenza Calcio e gli è stata consegnata una maglia a lui dedicata dall’intera squadra. La Società si è sin da subito impegnata per fare chiarezza sull’accaduto e ha provveduto a sospendere dalle proprie mansioni lo steward che si sarebbe reso protagonista dell’episodio. Noi lo aspettiamo per la prossima gara del Cosenza, al suo solito posto, per scattare le foto dei nostri lupi”.
L’episodio ha scatenato la reazione anche dell’Andes, l’associazione nazionale dei delegati alla sicurezza. Che in una nota ha messo nero su bianco la condanna del bullismo patito dal fotografo cosentino allo stadio. Il presidente Ferruccio Taroni ha affermato. “Esprimiamo la nostra piena solidarietà al fotografo e condanniamo in pieno il gesto vigliacco di chi assume comportamenti poco consoni e non rispettosi, soprattutto se nelle vesti di un professionista”. E ha aggiunto. “Bene ha fatto il club a sospendere lo steward che si è reso protagonista di questo vile gesto, dando così anche applicazione al codice etico e dimostrando quanto sia importante che la figura dello steward rappresenti un punto di riferimento di accoglienza all’interno di un evento sportivo”.
Ma non è tutto. Per il presidente Andes. “E’ questa la base morale su cui si fonda la professione dello steward, cioè il mettersi al servizio di una causa maggiore, quella della riuscita in sicurezza dell’evento, in un’ottica di accoglienza e di rispetto di tutte le parti coinvolte. In questo senso, bene farebbero i club a vigilare costantemente su chi non si pone in questi termini e a prendere eventuali decisioni, come avvenuto in questo caso, anche rapportandosi con il proprio Delegato Gestione Evento che detiene la responsabilità sui comportamenti dei singoli steward”.
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