Uno studio dell’Osservatorio di Pavia ha calcolato il tempo dedicato, da 21 network italiani (radio e tv pubbliche e private), a tematiche dell’Ue, nei mesi di gennaio-febbraio 2008: solo il 2% delle notizie. Il rimanente 98% è stato dedicato ad altro: per lo più all’Italia (76%), a Cina e America (19%) e ad altri Paesi europei. E la situazione non cambia negli altri Stati membri. Da questi dati è partito un progetto, sostenuto dal consigliere della Comunicazione Thierry Vissol e approvato trasversalmente dal Parlamento, che sarà finanziato con 40 milioni di euro.
È stato emanato un bando per mettere in piedi una rete di tv pubbliche o private, piccole o grandi, che si consorzino tra loro e inventino programmi, tg, talk show e reportage. Le tv degli Stati membri interessate dovranno presentare un progetto e accettare una carta di servizio con due obblighi: trovare un modo per raccontare i 27 Paesi e cercare di spiegare il punto dio vista della Ue e trasmettere almeno 60 ore all’anno. Il bando indica anche dei formati: news , magazine di approfondimento, dirette e dibattiti.
Le grandi italiane finora si sono dimostrate piuttosto diffidenti, tanto che a Cannes, quando l’Ue ha presentato il progetto, Sky Italia non c’era e la Rai ha mandato un caporedattore di Rai-News24 e non un manager, come, invece, hanno fatto gli altri boadcaster europei. Pierluigi Malesani, direttore Servizi istituzionali della tv pubblica, non sembra molto convinto dell’iniziativa: “Siamo andati a Ginevra per capire come si può fare. Ma pensiamo piuttosto di partecipare con una formula diversa. Magari con un sub-consorzio”. Malesani ha detto che la Rai sta aspettando che si pronuncino Francia e Spagna: “Noi nel consorzio non ci entriamo se non ci sono i grandi. Altrimenti rischiamo di essere capofila di un gruppetto dove siamo noi e i tedeschi, con i polacchi e i portoghesi”.
Fabiana Cammarano
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