BRUNETTA: TAGLIAMO I FINANZIAMENTI AI GIORNALI

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Il ministro Brunetta sta riuscendo in un’impresa disperata: unire l’Italia. Altro che Cavour o Garibaldi. Dalle Alpi a Lampedusa, da Trieste a Messina la domanda e’ una: ma perché uno con seri problemi deve continuare ad offendere intere categorie di italiani? Qualcuno dice che da ragazzo quando lesse i promessi sposi si innamoro’ della figura dell’untore; quello vero, non Renzo Tramaglino. Ed Infatti al tema della licenza ginnasiale mostro’ le sue potenzialità. Manzoni era un fannullone, Renzo un coglione e Lucia solo una donna sfortunata. Aveva sbagliato secolo. Solo quattrocento anni dopo avrebbe avuto una vita di successo. Ministro. C’e chi dice, invece, che Brunetta fa queste dichiarazioni perché vuole cambiare il sistema. Nel quale si intrufolo’ da giovanissimo, approfondendo e bene tutti i meccanismi, quello delle consulenze, da consulente di De michelis e del partito socialista; quello dei precari andando in cattedra con una sanatoria. Quello della gestione dei beni pubblici, vivendo, con grande spirito di sacrificio, prima da inqulino e poi da proprietario, in un’appartamento di un ente previdenziale. Un paladino delle riforme che non accetta alcun privilegio ma che li usa per contrstarli. Quando entra nelle macchine blu non le usa, le ispeziona. Quando accendono le sirene lui accerta i decibel. E la gente, maledetta ignoranza, queste cose non le capisce. Anche perché i giornali ed i giornalisti che cosa fanno scrivono? Incompetenti. L’Italia peggiore, come i precari, che trasformano i loro fallimenti personali in problemi pubblici. Via i precari, chiudiamo tutti i giornali. Viva il Paese di Brunetta

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