Continua il filo diretto tra l’Agcom e Renato Brunetta. Questa volta l’oggetto delle critiche del capogruppo di Fi alla Camera è Maurizio Crozza, reo di aver insultato Silvio Berlusconi durante l’ultima puntata di Ballarò. Brunetta si riferisce al consueto sketch del comico genovese, momento topico del programma di Giovanni Floris. Crozza ha ironizzato sull’importante incontro tra il Cavaliere e il leader del Pd, Matteo Renzi. “Berlusconi è entrato nella sede del Pd, ma purtroppo hanno bloccato all’ingresso l’enorme cavallo di legno che Silvio si era portato. Il famoso cavallo pieno di troie’; ‘un pregiudicato si aggira per la sede del Pd’”. Sono queste le parole che hanno fatto infuriare Brunetta, per il quale non si tratta di satira politica, ma di un’accozzaglia di volgarità rese ancora più gravi dall’elevata visibilità della trasmissione. La denuncia del presidente dei deputati Fi si basa su una presunta violazione del Testo Unico della radiotelevisione e del Codice etico della Rai. Più nello specifico, si riferisce al mancato rispetto dei principi di lealtà e imparzialità dell’informazione, alla base del rapporto tra gli utenti e la Tv di Stato. Non è il primo esposto presentato da Brunetta nei confronti di Ballarò. Nel 2013 l’Agcom ha ritenuto infondata l’accusa di violazione della par condicio presentata dall’allora pidiellino. A dire il vero, anche nella più recente protesta Brunetta ha rilevato una sproporzione nello spazio televisivo concesso alle diverse forze politiche, ma le rimostranze sono passate in secondo piano a causa delle accuse nei confronti di Crozza. Più in generale il capogruppo di Fi alla Camera si è guadagnato la nomea di “guardiano del pluralismo televisivo”, termine usato sia dai suoi sostenitori che dai più scettici, per i quali le segnalazioni di Brunetta sarebbero tutt’altro che imparziali. In ogni caso l’Agcom gli ha già dato ragione in passato, in merito alla polemica innescata con i programmi “Che tempo che fa” e in “Mezz’ora”, sempre inerente alla violazione della parità di condizioni. Si attendono sviluppi.