Contro la cordata allestita per l’occasione da Cupertino con altri grandi player del settore dell’high-tech quali Microsoft, RIM, Sony ed Ericsson, nulla ha potuto Mountain View che si è vista così sfumare l’occasione di acquistare, per 900milioni di dollari, i 6000 brevetti dell’azienda canadese produttrice di hardware, che ha dichiarato bancarotta nel 2009. L’offerta di rilancio è stata infatti di 4.5 miliardi di dollari, cifra che potrebbe consentire a due colossi dell’informatica e dell’innovazione tecnologica come la corporation di Redmond e la Mela, di tenere letteralmente in pugno Google. Alla luce della recente transazione, un nuovo significato assumono infatti le parole del consulente legale di Big G, Kent Walker, che così si espresse riguardo la prima offerta avanzata da Mountain View alla Nortel: “Come stanno oggi le cose, la miglior difesa per una compagnia contro questo tipo di dispute legali è, ironicamente, il possesso del più grande portfolio brevetti che ti aiuti a preservare la libertà di sviluppo di nuovi prodotti e sevizi”. Il numero uno del search engine commenta ora in una nota l’avvenuta esclusione dall’asta: “Questo risultato è deludente per tutti coloro i quali credono che aprire i benefici dell’innovazione all’utenza promuova la creatività e la concorrenza. Noi continueremo a lavorare per ridurre il flusso attuale del contenzioso sui brevetti che colpisce sia gli innovatori, sia i consumatori”. Eppure sono trascorsi solo due mesi da quando la sezione Antitrust del Dipartimento di Giustizia Usa sollevava alcune perplessità sulla partecipazione di Apple per gli effetti, nel lungo termine, che il possesso di diritti esclusivi su alcuni aspetti dell’innovazione tecnologica (connettività 4G, wi-fi, ricerca su internet, trasmissione voce e data networking) avrebbe potuto comportare. Un focus del Wall Street Journal aveva rilevato inoltre una sorta di “abitudine” da parte di Cupertino nel servirsi dei brevetti per rallentare e bloccare i propri concorrenti con cause legali, a differenza di Mountain View che tenderebbe ad utilizzarli solo a scopi difensivi. Chiuse entrambe quelle inchieste, ora la Apple potrà guardare avanti forte di un consorzio che vede schierato un altro grande del settore, la Microsoft, interessata a difendere il proprio accordo di esclusiva sottoscritto nel 2006 proprio con la Nortel Network per la produzione di device abilitati alla comunicazione VoIP (cruciali dopo l’acquisizione di Skype). Ad ogni modo l’asta non è ancora ufficialmente conclusa. Bisognerà infatti attendere il pronunciamento della corte previsto in data 11 luglio. Se da un lato l’azienda canadese definisce come “senza precedenti” le dimensioni ed il valore della transazione, molto incisivo, dall’altro, è il punto di vista lucido di Devid Berten, consulente della Nortel, che così si esprime su quello che è stato definito l’”invention capital market” degli ultimi anni: ”Oggi esiste un ricco mercato di compra-vendita: molto più conveniente che assegnare le licenze o intentare causa”.
Luana Lo Masto