Editoria

Braccio di ferro Rai-Mise, in ballo ci sono ottanta milioni (e non solo)

Una querelle da ottanta milioni rischia di abbattere una nuova stagione di tagli sul bilancio della Rai. La questione è stata fortemente stigmatizzata dall’Usigrai che in una nota ha chiesto a chiare lettere di non procedere oltre con una vicenda che sta assumendo, secondo i sindacalisti, tratti farseschi. Ma il governo non sembra avere la minima intenzione di mollare: i soldi arriveranno alla Rai, a patto che compia i passi che si è impegnata a fare (leggi il canale in inglese…) e presenti dettagliato rendiconto di spesa. Sulla quale – e questo è il sottotesto che assume centralità in tutta la vicenda – il Mise non ha nascosto minimamente l’intenzione di voler “risparmiare”. Del resto questo è pur sempre un governo a trazione M5s e il Ministero dello Sviluppo Economico a loro compete. Non sia mai che qualcuno possa dire un giorno che siano stati di manica larga nei confronti dell’informazione o, più in generale, della prima industria culturale del Paese. O, meglio ancora, che abbiano lasciato libertà d’azione a viale Mazzini.

La questione, però, non è di poco conto. Perché, come sempre accade se si parla di Rai, la vicenda si fa politica e contabile. In prima battuta c’è la questione del pareggio di bilancio che finalmente sarebbe stato raggiunto dalla tv di Stato. Sempre, beninteso, fruendo dei 40 milioni della prima tranche fornita dal governo. Se venisse meno il finanziamento, tutto andrebbe a carte quarant’otto. E così i pentastellati metterebbero in discussione la posizione dello stesso Fabrizio Salini, amministratore delegato confermato in sella anche dopo il passaggio dal governo gialloverde con Salvini a quello giallorosso con la sinistra.

Intanto, però, alza la voce l’Usigrai. E lo fa in una nota in cui non vengono risparmiate accuse e, ancora, vengono evocate atmosfere da cinema: “Se fosse un film sarebbe “Pacco, doppio pacco e contropaccotto” – spiega l’Usigrai: “Nel silenzio del vertice Rai. Se confermate le notizie pubblicate oggi dal Sole 24 Ore, la vicenda degli 80 milioni sta diventando un farsa
“.

Quindi il “riassunto” della vicenda: “In sintesi: la legge di bilancio 2019 stanzia 80 milioni per la Rai, da versare 40 nel 2019 e 40 nel 2020. In palese violazione della norma, il governo poi non versa questi soldi. Ora, a fine 2020, il governo dice alla Rai: se vuoi gli 80 milioni che ti dovevo, ma che arbitrariamente non ti ho dato, devi farmi un progetto di spesa.  Ma visto che i 40 + 40 milioni erano previsti nel 2019 e nel 2020, quei soldi sono già stati spesi, e sono nei bilanci Rai, noti e nelle mani sia dell’azionista (Ministero dell’Economia) che del Mise. Dunque, il governo sta sostanzialmente imponendo alla Rai una spesa aggiuntiva di 80 milioni di euro”.

Ma non basta: “E, quindi, in una precisa partita di giro, sta recuperando gli 85 milioni di euro che aveva annunciato di voler restituire alla Rai ponendo fine al non legittimo prelievo del 5% sul canone”. Dunque l’accusa: “E in tutto questo il vertice Rai assiste immobile e silenzioso. A pagare il conto saranno le lavoratrici e i lavoratori”.

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