È il fenomeno che sta crescendo di più, visto che sempre più persone navigano con smartphone e hanno attive connessioni internet mobile. Succede così: involontariamente si digita su una pubblicità, che può apparire su un sito qualsiasi, e ci si ritrova abbonati a un servizio da 5 euro a settimana (per ricevere suonerie, mp3, wallpaper, video…). Per l’azienda che lo offre, quel semplice clic (che, come sappiamo, su touchscreen può avvenire anche quando lo smartphone è in tasca) vale come sottoscrizione di un contratto. Ma davvero basta così poco per firmarne uno, secondo la legge italiana? In effetti no, perché le aziende dovrebbero provare di aver ottenuto un consenso consapevole da parte dell’utente. Cosa che evidentemente non possono fare, quando il clic è involontario. È quanto si legge nella delibera 135/12/CONS di Agcom, che multa Tim per il servizio Funny.tv (offerto dall’azienda Acotel), attivato a un utente. Funny.tv è il servizio di cui si legge più spesso, sul web, tra quelli attivabili via internet mobile (via wap, esattamente). Numerose sono le proteste degli utenti e gli allarmi da parte delle associazioni dei consumatori.
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