Il giornalismo online in Germania ha intrapreso con decisione la strada dei contenuti a pagamento. Lo ha rivelato un rapporto dell’Unione degli editori, il Bundesverband Deutscher Zeitungsverleger (Bdzv), presentato mercoledì 2 ottobre ad Amburgo dal titolo I giornali si fanno mobili e ripreso in sintesi dalla Welt. «Sempre più lettori decidono di pagare per i contenuti forniti dai giornali sul web», ha scritto il quotidiano tedesco, «e negli ultimi due anni il loro numero è cresciuto in maniera sensibile. Oggi sono già 56 testate, pubblicate da 50 editori, a fornire ai propri lettori articoli o servizi giornalistici multimediali a pagamento, spesso inseriti all’interno di edizioni online in parte ancora gratuite. Con questi risultati si può ormai dire che il modello a pagamento abbia trovato una sua clientela e che l’intero comparto giornalistico tedesco sembra avviato sulla buona strada per affermare l’idea che vale la pena spendere soldi anche per l’informazione sul web». Nel 2011 le testate che offrivano notizie a pagamento erano soltanto 10, pioniere di territori ancora inesplorati e in qualche modo rischiosi, due anni dopo il loro numero è salito appunto a 56, una crescita del 30%. Oltre alla quantità è aumentata anche la varietà: il modello a pagamento ha conquistato giornali di ogni genere, dai quotidiani locali a quelli interregionali e nazionali, coinvolgendo testate storiche di rilievo cittadino come l’Aachener Nachrichten e la Wolfsburger Allgemeinen e vere e proprie corazzate del giornalismo popolare come la Bild.
I diversi modelli: dal Freemium al Metered
La home del Neue Zürcher Zeitung, quotidiano svizzero.
La home del Neue Zürcher Zeitung, quotidiano svizzero.
Il 70% dei quotidiani a pagamento ha adottato il modello Freemium, un misto fra articoli gratuiti e contributi premium. In questo caso è la redazione stessa a decidere autonomamente quali contenuti sono lasciati alla libera lettura dell’utente e quali sono invece offerti solo a coloro che hanno sottoscritto l’abbonamento digitale.
Un quarto invece ha optato per la cosiddetta variante Metered, che consiste nell’offerta gratuita di un limitato numero di articoli (in genere dai 10 ai 20 mensili), oltre i quali scatta l’obbligo del pagamento: in Germania è il modello adottato proprio dalla Welt, l’ammiraglia del gruppo Springer, ma ha anche autorevoli imitazioni fra i quotidiani di altri Paesi di lingua tedesca come la Neue Zürcher Zeitung svizzera, uno dei giornali più influenti d’Europa.
Solo un piccolo numero di editori, il 5% del totale, ha invece scelto di far pagare tutti i contenuti ai propri lettori; mentre una sola testata si è affidata alla contribuzione volontaria: in questo caso è l’utente a decidere se e quanto pagare l’articolo. Differenti e articolati sono i modelli di abbonamento elaborati. Due terzi degli editori ha offerto ai lettori la possibilità di scegliere fra un abbonamento online spesso in combinazione con la possibilità di scaricare giornalmente il formato E-paper dell’edizione cartacea o una sorta di pass quotidiano, da utilizzare per la lettura dei contenuti a pagamento entro 24 ore. Un buon 28% ha deciso di offrire semplicemente un abbonamento digitale mentre solo il 5% dà la possibilità di acquistare singoli articoli. «La conclusione più importante che si può trarre dal rapporto 2013 è che i lettori tedeschi sono ormai pronti a pagare per un’informazione di qualità sul web, così come hanno fatto per anni con la carta stampata», ha detto Hans-Joachim Fuhrmann, dirigente dell’Associazione degli editori, «ed è una notizia che invita all’ottimismo per il futuro di un settore in bilico fra le certezze perdute del passato e le incognite di un mondo ancora in parte da esplorare: accanto agli introiti pubblicitari è necessario che le aziende editoriali possano contare su incassi legati alla vendita dei propri prodotti digitali». E secondo Fuhrmann l’affermarsi di una cultura del pagamento per le notizie online può innescare un circolo virtuoso nel giornalismo web, spingendo le testate a puntare sull’informazione di qualità, l’unica per la quale i lettori sembrano disposti a mettere mano al portafogli.
Fonte : lettera43.it