Editoria

Bonomi e la controffensiva dei soci di Rcs contro Cairo

Andrea Bonomi, il “cavaliere bianco del private equity”, si erge a paladino dei soci storici di Rcs e lancia un’Opa che sa di sfida a Cairo. Il patron di La7 pronto al rilancio? “Ragioneremo”

La scalata al trono di Rcs continua a riservare colpi di scena. Dopo che Urbano Cairo ha presentato, poco più di un mese fa, l’offerta di pubblico scambio delle azioni per raggiungere la maggioranza delle quote della casa editrice di via Solferino ne sono successe di tutti i colori. E dopo che sembrava essersi defilata l’ipotesi di una discesa in campo di Andrea Bonomi, imprenditore già consigliere di Rcs, è arrivata, puntuale, la sorpresa.

E così nella serata del 15 maggio Bonomi ha presentato un’offerta pubblica di acquisto (in gergo Opa) pronta a sconvolgere la scacchiera. All’indomani dell’ufficializzazione dell’offerta il titolo della gruppo che edita il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport ha guadagnato oltre l’1%. E Cairo? L’editore, per ora, medita sul da farsi mentre il titolo di Cairo Communication resta stabile.

La conferma ufficiale della controffensiva è arrivata attraverso una nota diffusa proprio dai soci storici di Rcs che hanno spiegato come “Diego Della Valle (titolare del 7,32% del capitale), Mediobanca S.p.A. (6,25%), UnipolSai Assicurazioni (4,59%) e Pirelli & C. (4,43%) hanno raggiunto un accordo con Investindustrial, società d’investimento di Andrea Bonomi, su un progetto di rafforzamento e sviluppo del gruppo editoriale”.

Il piano dei soci consiste nel convogliare le loro azioni, che coprono complessivamente il 22,6% del capitale sociale di Rcs Mediagroup, in una newco, una società di nuova costituzione. Questa società lancerà la sua Opa sul 77,4% delle azioni a un prezzo di 0,70 € ciascuna e Bonomi ne avrebbe il controllo con una quota di maggioranza relativa.

Altro aspetto interessante: questa newco non avrà debiti finanziari e, come scrive Il Sole 24 Ore, “farà fronte all’esborso per l’Opa mediante mezzi propri messi a disposizione da Investindustrial e dai soci Rcs che a valle dell’operazione possiederanno rispettivamente il 45% e il 55%”.

In questo modo, si legge ancora nel comunicato, i soci intendono sostenere e accelerare il processo di ristrutturazione avviato positivamente dall’attuale management nonché creare un gruppo editoriale multimediale di portata internazionale partendo dalle piattaforme di business esistenti”. Eventi sportivi e offerta digitale saranno i punti fondamentali di questo processo, puntando sia sulle testate del gruppo che sulle opportunità di crescita esterna.

L’impulso a crescita e sviluppo, hanno promesso i soci, sarà rapidissimo e per questo motivo si sono impegnati a portare nella nuova società altre risorse economiche per sostenere le proprie quote con eventuali aumenti di capitale (massimo 150 milioni). Così potrebbe nascere uno dei principali gruppi multimediali internazionali.

A questo punto sorgono due domande: la discesa in campo di Mediobanca potrebbe segnare un nuovo capitolo di una guerra tra banche con Intesa Sanpaolo? Ne avevamo già parlato qualche settimana fa, Banca Intesa è il creditore principale di Rcs ed è advisor dell’Ops di Cairo. Ed eccoci al secondo interrogativo: cosa farà adesso il patron di La7 e del Torino? Appena saputo dell’Opa di Bonomi, l’editore piemontese ha fatto sapere di non “vedere differenze pazzesche”.

Per Cairo “l’offerta di Bonomi e degli altri azionisti storici di Rcs valuta l’azienda 360 milioni più un debito di 411 milioni. Si arriva a 771 milioni, alla fine l’incremento rispetto alla mia è del 10%”. A questo punto è lecito pensare a un rilancio dell’Ops? La mia offerta è lì, è stata meditata a lungo, ragioneremo, ha concluso l’editore.

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