Intervenendo alla trasmissione “Il caffe” su Raitre, Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con la delega per l’editoria, ha ribadito che il parametro per fissare i contributi postali per la stampa sarà quello delle copie effettivamente vendute. Così come previsto nel Regolamento presentato il 20 ottobre in Consiglio dei Ministri.
“Le copie noi le pagheremo, perché lo ritengo un principio di giustizia fondamentale, sul parametro di quelle effettivamente vendute, non dichiarate; perché altrimenti fatta salva la sua buonafede lei mi può dichiarare mille quando invece ne ha vendute dieci: é un principio di verità – ha sottolineato Bonaiuti – che dovrebbero applaudire gli stessi giornali. Ce n’é stato uno che lo ha fatto e devo dire che è stata l’Unità”. “Il Parlamento è sovrano, non è che siamo noi che distribuiamo allegramente, come da una cornucopia a piene mani”, ha continuato il sottosegretario.
“I contributi postali li abbiamo già tagliati del 44% e l’amministratore delegato di Poste Italiane ogni volta che viene minaccia il suicidio perché non riceve più una lira. Noi la nostra parte la facciamo, la deve fare il Parlamento, poi però, e qui sarò duro – ha continuato – questi moralismi non vanno bene. Io sono il primo a difendere il pluralismo nell’informazione ma domando: Perchè si è andati avanti tanti anni a difendere un principio per cui si dovevano pagare i contributi non sulla base delle copie effettivamente vendute ma sulla base di quelle dichiarate. Noi abbiamo tolto questo principio”. Bonaiuti ha così ribattuto a Valentino Parlato che nel corso della trasmissione aveva rivolto un appello per ridurre gli oneri economici che gravano sulla stampa.
Fabiana Cammarano
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