Stati generali dell’editoria da tenere a giugno o comunque «al più presto» per avere a settembre o «ai primi di ottobre» una «mappa» del settore che indichi la strada per il 2011, perchè con la situazione economica ancora critica in tutta Europa bisogna prendere atto che è finita la stagione del «sostegno a pioggia». È il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Paolo Bonaiuti, a indicare così l’iter dell’intervento pubblico sul settore intervenendo all’incontro «Lavori in corso per una riforma dell’editoria». L’ipotesi avanzata da Bonaiuti per gli Stati generali dell’editoria, con la partecipazione di tutte le categorie interessate e con una rappresentanza bipartisan anche di parlamentari, è quella di avviare in precedenza un’iniziativa di «porte aperte» al Dipartimento per l’editoria che duri una quindicina di giorni: «in modo tale -ha spiegato il sottosegretario – che tutti vengano a portare il proprio contributo e anche con possibili risparmi perchè con i contributi non andiamo più da nessuna parte». Non sarà possibile promuovere l’iniziativa a maggio perchè «preferirei – ha spiegato Bonaiuti . che i tavoli aperti dalle categorie con le Poste sul tema delle tariffe siano risolti prima». La necessità è quella di «far ripartire il settore» senza tagliare gli incentivi ma usandoli con un’opera di razionalizzazione che nasca «da dati di fatto il più possibile completi». Intanto «in una delle prossime sedute del Consiglio dei ministri» sarà dato il via libera definitivo al Regolamento che disciplina gli interventi sul settore: «servirà a semplificare e disboscare», ha detto Bonaiuti. Che, riferendosi all’idea di un mini-prelievo sulla connessione a internet lanciata dal presidente della Fieg Carlo Malinconico, ha osservato che «qui non è più tempo di tassare ma di incentivare e favorire ma per farlo dovremo far posto al nuovo salvando del vecchio quello che si può. Non si può più intervenire con un sistema a pioggia» anche in relazione alla necessità di tagli alla spesa pubblica. Sullo sfondo, ha segnalato il sottosegretario, c’è infatti anche la grave crisi che ha investito la Grecia e che da Atene «rischia di contagiare Spagna, Portogallo e Irlanda e con essi tutta Europa».
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