Lo annuncia il segretario del sindacato della categoria, il Sinagi (affiliato alla Cgil), Giuseppe Marchica, spiegando che “negli ultimi tempi si è verificato un sensibile peggioramento delle condizioni di approvvigionamento, divenute così penalizzanti da rendere improponibile il servizio di vendita”. I problemi sono più d’uno. Innanzitutto “il servizio delle banche crea ulteriori penalizzazioni, poichè chiedono ulteriori anticipazioni finanziarie, e spesso, si perdono ore per ottenere i titoli”. Marchica segnala poi che Tper sta distribuendo, attraverso le banche convenzionate, nuovi abbonamenti mensili con chip elettronico, ma “in buona parte non funzionano ed il cliente è costretto a recarsi in un punto Tper per la sostituzione”. Non è finita. Tper è accusata anche di far “firmare contratti vincolanti, soltanto ad alcune edicole scelte in modo unilaterale, per l’utilizzo di ingombranti Pos per la ricarica di questi abbonamenti. Servizio che peraltro è lento e poco praticabile”. E per per l’utilizzo di questi Pos per le ricariche dei titoli di viaggio, l’azienda di via Saliceto chiede “forti anticipazioni di denaro”. Non va giù ai giornali nemmeno che Tper stabilisca che la vendita degli altri biglietti “debba avvenire esclusivamente tramite alcune banche convenzionate: anche in questo caso gli esborsi per gli acquisti devono essere anticipati rispetto alle effettive consegne dei titoli, ed i conseguenti appesantimenti economici vanno a ricadere sulle spalle degli edicolanti”, spiega Marchica in una nota. Insomma, la situazione vede sovrapporsi “disfunzioni negli approvvigionamenti, ritardi nelle consegne dei titoli di viaggio, un servizio diseguale tra un’edicola e l’altra, disservizi che pesano direttamente su edicole ed utenti”, elenca Marchica. Il Sinagi ha già “da tempo contattato la dirigenza Tper proponendo soluzioni alternative che andassero incontro alle esigenze dei rivenditori e, in definitiva della clientela stessa”, ma “in mancanza di risposte, abbiamo deciso di attuare una ferma protesta nei confronti del silenzio di Tper e della mancanza di volontà che questa azienda di pubblico interesse dimostra nell’affrontare i problemi”. Intanto viene chiesto un tavolo di confronto “per trovare soluzioni adeguate” assieme ai rappresentanti degli enti locali. (repubblica – Bologna)