La maggioranza di tecnici e dipendenti amministrativi dell’emittente “E’ Tv” di Bologna si è presentata questa mattina sotto i palazzi della Regione. 20 di loro, infatti, rischiano di perdere il posto di lavoro. Un corteo composto, senza striscioni o bandiere al seguito, con l’unico obiettivo di far vedere le proprie facce e far sentire le parole di chi è vicino al licenziamento. Presente anche un rappresentante dei giornalisti della testata, “ma loro – hanno spiegato i manifestanti – non rientrano nel piano di ristrutturazione dell’azienda”. Ristrutturazione o meglio scorporo, cioé “prendere l’azienda Rete 7 che ha 36 dipendenti, divisi tra Bologna, Modena e Reggio Emilia, e tagliarla in due tronconi: da una parte Rts, in cui vanno in 14 e, soprattutto le due concessioni sul digitale terrestre, dall’altra una società con 20 dipendenti che già da un anno vivono con contratti di solidarietà”. Società delle quale al momento non è chiaro il nome, forse Rete 7 o forse Media Invest, ma della quale risulta il “disinteresse dell proprietà – proseguono i dipendenti – non vorremmo che si trattase soltanto di un modo per dar vita a una società (Rts, appunto) con le concessioni e senza debiti, quindi appetibile sul mercato”. Dall’altra parte una “bad company” da lasciar naufragare, “chiedendo alla Regione di finanziare la cassa integrazione a partire dal prossimo anno, dato che a fine mese scadranno anche i contratti di solidarietà”.