In recenti provvedimenti l’Agcom (delibera n. 97/08/CONS, GU n. 65 del 17.3.2008) aveva previsto, da giugno, il blocco di tutti i numeri telefonici con sovrapprezzo (salva la possibilità per gli utenti di richiederne l’abilitazione), compresi i numeri 892 e 899, per combattere il fenomeno delle bollette gonfiate. Ma Telecom Italia ha comunicato che verranno riabilitati i numeri 892 utilizzati da società che forniscono informazioni sugli abbonati (quelli che hanno sostituito il vecchio numero 12). Il tutto col placet dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e senza nulla chiedere agli utenti, anche a quelli che avevano espressamente intimato al gestore la disabilitazione. E’ facile prevedere che gli addebiti truffaldini, che negli ultimi tempi si erano concentrati su 899 e satellitari, si dirotteranno verso gli 892.
Ma perché la riabilitazione automatica senza attendere che sia l’utente, che necessita di contattare un numero speciale, a richiederla? Proprio mentre Corrado Calabrò si vanta dell’aumentata concorrenzialità del mercato della telefonia italiana, andrebbe ricordato che in materia di bollette gonfiate ha fatto di più l’Antitrust del suo collega Antonio Catricalà (ha almeno impedito a Telecom di staccare la linea agli utenti che non pagavano gli addebiti da satellitari) in pochi mesi, che l’Agcom in 10 anni. Mentre a Bernabè andrebbe ricordato che un giudice di pace di Firenze ha affermato che le bollette telefoniche gonfiate dai numeri 899 e similari non sono frutto di un caso, ma dipendono anche da responsabilità precise di Telecom Italia, che hanno a che fare coi reati di frode informatica, ricettazione e omessa denuncia.
Fabiana Cammarano
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