I blog non sono testate giornalistiche e in quanto tali non sono soggetti al rispetto degli obblighi previsti dalla normativa sull’iscrizione nel Registro degli Operatori della Comunicazione istituito dall’Agcom. E’ il principio espresso dal Tar del Lazio in una sentenza pubblicata per un ricorso proposto dal Codacons per sollecitare l’annullamento di una nota del Corecom Lazio con la quale si era affermato che il sito www.romafaschifo.com (blog nato per ‘denunciare’ anche con foto e video molto incisivi e espliciti le cose che si ritiene non vadano nella Capitale) non fosse soggetto agli obblighi indicati dalla delibera dell’autorità, nonché per sollecitare l’accertamento del silenzio sul monitoraggio della sua attività. L’associazione di consumatori sollevava anche questione di legittimità costituzionale della normativa in materia di riordino dei contributi nonché di vendita delle imprese editrici.
Per il Tar non c’è ragione per discostarsi dall’insegnamento della Cassazione circa la nozione di testata giornalistica, dal quale emerge che il blog non può essere ricompreso in tale accezione. Per i giudici “mentre il rispetto della normativa in materia di editoria, invocata dalla Associazione ricorrente, attiene all’esercizio del diritto di cronaca e ai suoi limiti, la pubblicazione di fatti ed opinioni su di un blog, anche se ricorrente nel tempo, risulta legata al più generale principio di libera manifestazione del pensiero”. La conseguenza è che “le prospettate questioni di legittimità costituzionale si presentano manifestamente infondate proprio a causa della non comparabilità della testata giornalistica strutturata come tale rispetto a un semplice e spontaneo blog presente sulla rete internet, quale risulta essere quello in esame”.
“Prendiamo atto che per il Tar i blog, anche quando hanno un enorme seguito e vengono letti da migliaia e migliaia di utenti, possono scrivere tutto ciò che vogliono, senza essere soggetti alle regole che valgono per la stampa – commenta il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – In tal modo però si incrementa la giungla di siti web privi di qualsiasi controllo, dove magari, al di là del caso specifico, vengono diffuse fake news o si scrivono articoli per favorire un soggetto o danneggiarne un altro, anche rispondendo ad interessi personali o altri fini ambigui”.
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