Anche la Regione Basilicata ha bloccato la libera fruizione della rassegna stampa presente sul proprio sito internet. La decisione è stata presa dall’Ufficio Stampa della Giunta regionale in seguito alla sollecitazione contenuta nella lettera firmata da Fieg, Uspi, Anes, Mediacoop e Fisc e inviata a tutte le pubbliche amministrazioni a metà marzo. I primi a rispondere sono stati i Ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico, cui è seguito palazzo Chigi. Resistono quelle di Senato e Camera. Gianfranco Fini ha espresso pubblicamente su Twitter le sue perplessità sull’oscuramento della rassegna stampa online definita un «servizio offerto gratuitamente ai cittadini che garantisce un effettivo pluralismo dell’informazione».
La lettera delle cinque associazioni si inserisce in una strategia messa in piedi per cercare di salvaguardare il proprio business in un momento economico particolarmente difficile. Il fine è quello di introdurre anche «nel nostro Paese – spiega Fabrizio Carotti, direttore generale della Fieg – quella che è la prassi in tutto il mondo: chi fa le rassegne stampa utilizza un prodotto altrui e riconosce quindi una fee al titolare dei diritti, cioè all’editore». La questione, in Italia, è regolata dalla legge sul diritto d’autore che risale al 1941. L’articolo 65 stabilisce che gli articoli di attualità, di carattere economico, politico o religioso pubblicati nelle riviste o nei giornali possono essere liberamente riprodotti se l’utilizzazione non è stata espressamente riservata. La stessa legge, all’articolo 70, stabilisce anche che il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani sono liberi e consentiti. Ed è a questa norma che si appellano i servizi di news on line come Google News che citano solo alcune frasi e rimandano poi al sito del giornale per leggere l’articolo integrale.
Come rivelato da Mario Primo Salani, Presidente di Mediacoop, è attualmente in corso un confronto tra editori e produttori di Rassegne Stampa «proprio per affrontare questi temi, in modo, se possibile, concordato e comunemente condiviso. Anche perché la tutela e la valorizzazione del prodotto (sia esso – per così dire – la materia prima sia la sua rielaborazione) è un interesse comune sia degli editori che dei produttori di Rassegne stampa».