I ricavi da canone «nel 2017 si riducono di circa 140 milioni sul 2016, mentre nel 2018 la diminuzione dovrebbe attestarsi a circa 170 milioni». Questo calo, accompagnato da «un mercato pubblicitario ancora debole ed incerto, porta la gestione operativa in forte tensione con una previsione per il 2017 di sostanziale pareggio» e con «un 2018 – immaginato con canone a 90 euro – in perdita per 80/100 milioni di euro a seguito della presenza dei costi dei grandi eventi sportivi». Lo ha detto il direttore generale della Rai, Mario Orfeo, nel corso dell’audizione in Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi. «Tre sono stati gli aspetti che ho dovuto affrontare quando mi sono insediato – ha aggiunto – Il rischio concreto che alcuni talenti della Rai potessero andare via dall’azienda, una situazione sui conti del 2018 difficile e la bocciatura avvenuta due settimane prima il 22 maggio del piano news comprensivo anche della parte web».
«Il nuovo contratto di servizio – ha spiegato Orfeo – rappresenta la prima applicazione della convenzione decennale che prefigura la costruzione di un servizio pubblico in grado di rapportarsi in modo ancor più chiaro e trasparente con i cittadini italiani. Il contratto, infatti, su cui già abbiamo iniziato a lavorare con il Mise, dovrà rispondere a più obiettivi strategici tra cui l’estensione del perimetro della missione di servizio pubblico affidata a Rai: da radiofonico e televisivo ora anche multimediale, in parallelo con il processo di trasformazione in media company». Il direttore generale è poi intervenuto sul contratto di Fabio Fazio: «La Rai guadagnerà con il “prodotto Fazio”», ha detto Orfeo, ribadendo che il contratto con il conduttore di Che tempo che fa consentirà «un consistente recupero risorse nel medio e lungo periodo», spiegando che «il costo unitario del compenso di Fazio si riduce del 16%, che il compenso annuo è in linea con quello percepito su Rai3» a fronte di «un volume più elevato di ore». (ansa)