BESSADA (WIND): TAGLIO TARIFFE TERMINAZIONE DEVE ESSERE GRADUALE. A RISCHIO INVESTIMENTI RETE 4G

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«Adesso è il momento sbagliato per un taglio delle tariffe di terminazione». Lo afferma, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ Ossama Bessada, ad di Wind e vice presidente esecutivo per Nord America ed Europa di VimpelCom. In gioco, spiega il numero uno di Wind, «non c’è una riduzione dei prezzi finali ma lo sviluppo della Rete mobile ultraveloce» per la quale gli operatori hanno appena speso 4 miliardi. «Se l’Authority dovesse accelerare il taglio saremo costretti a ricalibrare gli investimenti». «La riduzione delle tariffe di terminazione è giusta ma deve essere graduale e tenere conto degli investimenti che abbiamo appena effettuato per comprare le frequenze Lte. Indicendo un’asta che ha fruttato più di 4 miliardi, in un momento come questo, l’Italia ha fatto la scelta di sviluppare l’Agenda digitale puntando sulla tecnologia mobile. L’Agcom ne deve tenere conto».
Per Bessada «non è una questione di aspettative ma di obiettivi. Wind ha appena investito 1,1 miliardi nelle frequenze e investirà 1 miliardo l’anno per sviluppare la Rete e 2 miliardi nelle operation. Provvedimenti drastici ci costringerebbero a tagliare costi per recuperare risorse, mentre serve spingere sugli investimenti per ridurre il digital divide. Sarebbe più corretto rinviare la decisione sulla discesa delle tariffe alla fine del 2012 dopo aver monitorato il mercato. Non capisco il perché questa fretta». Per l’ad di Wind «nell’interesse dei consumatori e degli operatori, credo sia più importante sviluppare la nuova Rete affinché si arrivi ad avere Internet più veloce, più dati agli stessi prezzi di oggi. Questo è un vantaggio vero. Al contrario ci sarebbe una distruzione di valore per tutti”, perché «l’Italia non ha bisogno di una contrazione degli investimenti in infrastrutture ma di una spinta. Il mio auspicio è che l’Agcom prenda una decisione guardando al contesto dell’industria e non alla politica. Un’Authority deve essere indipendente dalle pressioni. Anche se arrivano da Bruxelles». (ItalPress)

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