«L’eccesso di regolamentazione del settore delle telecomunicazioni sta danneggiando gli investimenti ed è controproducente per gli stessi consumatori che si vogliono tutelare. Il mercato vuole un internet più veloce, ma non può essere la politica a dettare le modalità degli investimenti delle società, che conoscono molto bene le esigenze dei loro clienti e faranno di tutto per soddisfarle. E’ pazzesco che si ipotizzi che a scegliere le architetture di rete più idonee e corrispondenti alle necessità della clientela, siano le istituzioni e non gli operatori». Lo ha affermato il presidente esecutivo di Telecom Italia, Franco Bernabè, partecipando all’Etno/FT Summit a Bruxelles sul futuro delle tlc in Europa.
«Dobbiamo tornare ai fondamentali e capire quello di cui le tlc hanno realmente bisogno per svilupparsi e tornare ad essere il motore di crescita di tutte le economie» ha aggiunto Bernabè ricordando come, rispetto a luglio, quando nel corso del Ceo Round Table le società hanno presentato alla commissaria per l’Agenda Digitale Neelie Kroes le proprie proposte per accelerare lo sviluppo del settore, la situazione economica sia notevolmente peggiorata. Questo richiede che si proceda in fretta nell’implementazione degli 11 punti sui quali tutta l’industria delle telecomunicazioni aveva espresso il proprio consenso e che non si sprechi tempo prezioso in nuovi test di mercato che non potranno cambiare il quadro emerso allora. L’Europa, per uscire dalla crisi, ha bisogno di muoversi rapidamente per rilanciare gli investimenti, creando un cotesto con meno regolamentazione e meno tasse.
Invece, ha concluso Bernabè, stiamo andando esattamente nella direzione opposta come dimostra la recente gara per l’assegnazione delle frequenze in Italia, con un esborso per gli operatori di quasi 4 miliardi di euro per delle frequenze che non saranno disponibili che tra 18 mesi». (Aduc)