Un magistrale voltagabbana alla celebre ‘legge bavaglio’ pur di arrivare all’assoluzione del proprio assistito, il Cavaliere, che alle intercettazioni aveva giurato guerra. Nei corridoi del Tribunale di Milano ha fatto sensazione la ‘furbata’ degli avvocati difensori di Berlusconi, appellatisi al «diritto di informazione». Mentre il pubblico ministero di Milano che in indagini aveva optato per l’archiviazione perché non c’era prova della materiale ricezione del file da parte di Berlusconi, ha chiesto il processo per l’ex presidente del Consiglio, gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo hanno chiesto il non luogo a procedere, ossia l’assoluzione. E hanno depositato sul tavolo del giudice, Maria Grazia Domanico, una sentenza della Corte di Strasburgo del 28 giugno scorso, con la quale si stabilisce che l’interesse all’informazione prevale su quello alla segretezza degli atti istruttori.