Quello tra Libero e Maurizio Belpietro, più che un rapporto professionale, sembra ormai un matrimonio vero e proprio. La famiglia Angelucci, capitanata in questo caso da Giampaolo, ha deciso di concentrare le proprie attenzioni editoriali sul quotidiano milanese puntando tutto sull’attuale direttore della testata di Viale Majno. E la vera novità del rapporto (Belpietro nel frattempo è anche diventato azionista della casa editrice di Libero) è la durata del contratto: 10 anni. Si tratta di un caso raro nel panorama editoriale italiano (attualmente il direttore più longevo tra i principali quotidiani a tiratura nazionale è Ezio Mauro, in sella a Repubblica dal 1996) che assicura al giornalista bresciano una guida insolitamente blindata del quotidiano, che sin dalla sua fondazione, avvenuta nel 2000, contende al Giornale di Paolo Berlusconi la leadership tra i giornali espressione del centrodestra in sintonia con Silvio Berlusconi.
Oggi Libero vanta una diffusione media di 101,8 mila copie al giorno (-6,2% rispetto al 2011) contro le 159,5 mila copie (-4,6%) del Giornale. Per rilanciare il quotidiano di proprietà, gli Angelucci hanno dunque deciso di affidare per lungo tempo a Belpietro, classe 1958, la tolda di comando. Il tutto in un frangente complesso per l’editoria italiana: il 2010 e il 2011 sono stati anni difficili e per il 2012 le previsioni non sono rosee. L’operazione di riposizionamento potrebbe passare anche da una razionalizzazione della struttura redazionale.
Dopo la chiusura della redazione romana della cronaca, nei corridoi di Libero qualcuno ipotizza che non saranno confermati alcuni dei contratti a termine e che potrebbero essere tagliate alcune collaborazioni eccellenti. Infine, la scelta di Belpietro di siglare, un contratto a vita, si traduce in un addio alle ambizioni di emigrare in televisione alla direzione di un telegiornale: in passato si era parlato del giornalista bresciano per la successione di Emilio Fede (Tg4) o di Clement J. Mumun (Tg5).
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