Dopo il lancio del suo Nook Tablet, Barnes&Noble, uno dei più grandi venditori di libri al dettaglio con sede a Manhattan, non intende più cedere alle rivalse di Microsoft sul fronte brevetti.
È quanto si legge nella lettera recapitata il 17 ottobre dalla società al consulente capo per la politica di concorrenza del Dipartimento di Giustizia Usa, Gene Kimmelman.
L’intento è quello di fare chiarezza sul comportamento tenuto da casa Redmond nei confonti del 50% dei device targati Android: “Microsoft sta tentando di aumentare i costi dei suoi rivali al fine di falsare la concorrenza e scoraggiare l’innovazione nei dispositivi mobili”, sostiene il gruppo nella missiva indirizzata al Doj di Washington (fonte Bloomberg).
L’accusa fa riferimento agli accordi presi nei mesi scorsi dalla Software House con dieci produttori di smartphone – tra cui spiccano i nomi di Samsung e Htc – per il pagamento delle licenze relative alle presunte violazioni di 5 brevetti windows da parte di Android, il sistema operativo open source di Google. Si tratta della stessa tecnologia presente nei dispositivi Nook tablet di Barnes&Noble e per questo oggetto di una denuncia depositata a Marzo da Microsoft, proprio per la mancata adesione agli accordi di licenza “strappati” invece agli altri produttori di telefonini. Il ricorso della società newyorkese si limita a contestare l’imposizione delle royalties giunte a 6 dollari per ciascuna unità venduta, ritenute troppo elevate per tipologie brevettuali di così scarsa rilevanza. Il gruppo però va anche oltre e senza fornire cifre rivela come Microsoft avesse fatto domanda di una quantità di brevetti utile a coprire le tasse gravanti sugli utenti del sistema operativo presente sui dispositivi di windows.
La strategia adottata da Redmond avrebbe in definitiva il potere di vanificare gli sforzi compiuti da B&N nel reinventarsi come fornitore di contenuti digitali, avendo concentrato proprio sulla vendita dei suoi lettori Nook il 24% delle entrate per l’anno corrente.
Finora nessuno aveva osato opporsi alle pretese avanzate da casa Redmond, e a febbraio il Dipartimento di Giustizia dovrebbe pronunciarsi sull’intera questione. Intanto Microsoft non demorde e aggiunge la cinese Huawei nella lista dei presunti debitori per l’uso delle licenze windows sui dispositivi Android. Una undicesima partnership che, se andasse in porto, potrebbe dare maggiore forza alla Corporation, garantendole di fatto uno spazio privilegiato nella vendita dei suoi Windows Phone.
Manuela Avino