Altro che Ai, ci vuole creatività e occorre che ci siano i giornalisti in carne e ossa altrimenti il rischio di annaspare nelle fake news diventa ancora più reale di quanto non sia. Parole e musica del sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega all’editoria Alberto Barachini che, in collegamento per le celebrazioni torinesi in occasione dei 70 anni dell’Istituto universitario di studi europei e per i 30 anni di Limes, ha parlato delle prospettive per l’informazione e per l’editoria. Non solo in Italia o in Europa ma in tutto il mondo.
Alberto Barachini ha detto: “Siamo in una fase in cui si rischia di delegare alcuni compiti a strumenti tecnologici. Io penso invece che noi giornalisti abbiamo una grande forza e chi rappresenta le istituzioni e difende queste categorie, deve avere una visione, quella di spingere alla difesa dei livelli occupazionali, intanto perché dove ci sono giornalisti e le redazioni, il lavoro ha sicuramente un controllo umano, una supervisione umana, una verifica umana e un filtro al rischio delle fake news”. Dunque il sottosegretario ha aggiunto: “Da un lato i livelli occupazionali vanno difesi e dall’altro bisogna difendere la creatività, perché l’intelligenza umana è imbattibile dove resta creativa, dove resta originale, dove sa intuire e raccontare cose che non rispondono semplicemente a una domanda ma vanno oltre, ne inventano di altre e di nuove”.
La citazione di Barachini è quella di Papa Francesco: “Molte volte – ha ricordato il sottosegretario – ha invitato a essere presenti sul luogo, a consumare le suole delle scarpe e allora io penso che questo sia il simbolo più figurativo, l’istantanea migliore di un mondo che non deve abbandonare la tradizione, il percorso e la storia di un mestiere, anzi, deve accettare, inglobare le innovazioni perché le innovazioni non si respingono, si controllano e si gestiscono. Ma deve continuare a essere presente, ad avere quella voglia superando pigrizie, automatismi e facilità che l’innovazione e la tecnologia offrono”. Infine il sottosegretario riprende la notizia “che il New York Times uno dei quotidiani che si dice faccia scuola nel mondo dell’informazione, ha creato una redazione che si occupa di intelligenza artificiale e ha nominato un responsabile. Lo stesso New York Times – ha continuato Alberto Barachini – che ha vietato l’accesso dei propri contenuti a ChatGpt”. Un paradosso che non sfugge al sottosegretario: “Quindi da una parte si difende e difende il proprio diritto d’autore, i propri contenuti, il proprio copyright, ma dall’altra si interessa del fenomeno come è normale che sia, perché l’intelligenza artificiale non è solo informazione ed editoria, ma è sviluppo tecnologico in tanti altri ambiti”.